La notizia è stata resa pubblica solamente ieri dal quotidiano francese Libération ma già lo scorso 5 ottobre gli agenti della brigata di lotta contro il traffico dei beni culturali avevano sequestrato dal domicilio di Pierre Le Guennec, elettricista 71enne in pensione, 271 dipinti inediti di Pablo Picasso, il famoso pittore spagnolo scomparso a Mougins, in Francia, nel 1973.

Opere mai viste prima, mai catalogate, nemmeno i sei eredi del celebre pittore sapevano della loro esistenza. I legali della famiglia Picasso si sono scatenati e immediatamente su Le Guennec sono partite pesanti accuse di appropriazione indebita.
Lui si difende dicendo che quei dipinti glieli aveva regalati la moglie di Picasso, Jacqueline, per ringraziarlo degli anni in cui aveva lavorato per loro.
“Per anni mi sono occupato del sistema elettrico e dei circuiti di allarme delle case dei Picasso nel sud della Francia. I nostri rapporti erano ottimi. Madame mi ha regalato questi dipinti e di sicuro lo aveva fatto con l’approvazione di Monsieur – ha detto Le Guennec ai giornalisti che ieri assediavano la sua abitazione di Mouans-Sartoux (nelle Alpes-Maritimes).

“Assurdo – commenta uno dei legali della famiglia Picasso – Da nessuna parte si trova il minimo accenno a questo signor Le Guennec. In nessun modo può aver ricevuto in regalo queste preziose opere, il cui valore è inestimabile.”
Un valore inestimabile ma non troppo. Le prime stime sono già state fatte e attestano il valore complessivo dei 271 dipinti a circa 80 milioni di euro. Non si tratta di quadri, ma di disegni raccolti in quaderni, acquerelli, litografie, schizzi di studio. La maggior parte realizzati fra il 1910 e il 1920, gli anni più fertili di Picasso.

“Le Guennec non teneva i dipinti nascosti ma nemmeno li aveva appesi al muro. Sono stati trovati in uno scatolone – ha commentato Claude Picasso, figlio del celebre pittore – e complessivamente sono in buono stato.”
La polizia era intervenuta dopo una denuncia per furto inoltrata dagli eredi Picasso il 23 settembre scorso. Claude Picasso aveva intuito che Le Guennec doveva possedere dei dipinti inediti di suo padre perché da oltre un anno l’uomo gli spediva delle copie per ottenere dei certificati di autenticità.
Inizialmente aveva pensato si trattasse dei soliti falsi, ma dopo qualche mese aveva iniziato ad avere dei dubbi. Aveva chiesto all’anziano ex elettricista di poter vedere gli originali e i due si erano incontrati il 9 settembre.
Nei disegni che Le Guennec aveva tolto dallo scatolone Claude Picasso aveva riconosciuto la mano di suo padre. La denuncia per furto non si era fatta attendere, con grande sgomento di Le Guennec, il quale si difende dicendo che se avesse rubato i dipinti non avrebbe chiesto il parere degli eredi Picasso circa la loro autenticità.

“Si è trattato di un furto. Mio padre non avrebbe mai dato tanti dipinti ad una sola persona – ha dichiarato Claude Picasso – Addirittura regalare quattordici versioni di studio per “Le Tre Grazie” o una dozzina di litografie, è impensabile. Inoltre quando regalava un dipinto mio padre vi apponeva sempre una dedica. Nessuna dedica figura su nessuno di questi disegni.”


Uno dei dipinti ritrovati: Olga accoudée, 1921