IL decesso di un congiunto svizzero può porre fine all’autorizzazione di soggiorno accordata a uno straniero. Il Tribunale federale (TF) rifiuta qualsiasi automatismo che accordi un diritto al prolungamento di soggiorno dopo una vedovanza.

Nel 2008 l’Ufficio della migrazione del cantone di Zurigo aveva rifiutato di prolungare l’autorizzazione di soggiorno a un indiano di 44 anni, la cui moglie zurighese settantenne era morta un anno dopo il matrimonio.

Invano l’uomo si era avvalso della legge federale sugli stranieri la quale accorda un diritto al proseguimento del soggiorno in Svizzera, qualora “ragioni personali maggiori lo giustifichino”.

In una sentenza di principio, il TF rifiuta di riconoscere un diritto sistematico al prolungamento di una autorizzazione di soggiorno dopo una vedovanza. Ritiene che ogni caso debba essere giudicato individualmente.

Il vedovo 44enne, sottolinea l’Alta Corte, ha importanti legami famigliari in India, dove vivono i suoi genitori, fratelli e sorelle così come i figli avuti in una precedente relazione.

In India ha trascorso la maggior parte della sua esistenza ed è arrivato in Svizzera solo all’età di 36 anni. Un reinserimento sociale nel suo paese d’origine non dovrebbe quindi porre grossi problemi.

Inoltre a causa della differenza di età di 34 anni tra l’uomo e la consorte, ci si poteva aspettare che il matrimonio non durasse molti anni.