Il Monte del Carmelo, nel nord di Israele, è da ieri al centro della cronaca per un vasto incendio divampato fra i suoi boschi. Le fiamme stanno distruggendo migliaia di ettari e le vittime sono già una cinquantina, oltre a decine di persone ferite ed intossicate. L’esercito e i pompieri hanno provveduto a far evacuare interi villaggi e numerosi kibbutz, mentre il premier Benjamin Netanyahu ha chiesto aiuto a Grecia, Cipro, Italia e Russia per l’invio di aerei anti-incendio. Anche il presidente americano Barack Obama ha immediatamente offerto l’aiuto del suo paese.

Il Monte del Carmelo (dall’ebraico “kerem”, un parola che significa giardino fruttifero) è uno dei luoghi più antichi della storia dell’umanità. Ai suoi piedi si trova la millenaria città portuale di Haifa.
L’intera zona è impregnata di storia: nei secoli, ad Haifa e sulle pendici del Carmelo sono passati profeti, monaci e sovrani, genti di ogni confessione e di ogni razza. Un monte maestoso e venerato da tutte le fedi religiose.
Si dice che nel IX secolo a.C. in una caverna vi ebbe la sua dimora il profeta Elia e che nel suo viaggio verso l’Egitto, nel V secolo a.C., sul Carmelo sostò il matematico e filosofo greco Pitagora.
La tradizione vuole che la famiglia di Gesù sostò sul Carmelo di ritorno dall’Egitto e che i Crociati vi fecero un pellegrinaggio nel 1150. Nella seconda metà del 19esimo secolo ai piedi del monte i Templari tedeschi costruirono una colonia e verso il 1890 il Carmelo ospitò la tenda di Baha’u’llah, facendo del monte uno dei luoghi sacri della fede Baha’i.
Oggi, una delle maggiori attrazioni del luogo sono i giardini pensili e il maestoso centro spirituale Baha’i.
La natura sacra del Monte del Carmelo è sempre stata indubbia. Ad esempio, tutte le campagne militari della storia della Siria e dell’Egitto lo hanno considerato un luogo da evitare, da oltrepassare rapidamente, sia andando che tornando dalle battaglie.

Una fonte vicina alla polizia avrebbe dichiarato che l’incendio sarebbe divampato in una discarica abusiva nei boschi del monte. Una tesi confermata dal sindaco di Haifa, Yona Yahav, il quale avrebbe ammesso che da tempo le autorità cittadine sono a conoscenza dell’esistenza di discariche illegali e dei problemi che avrebbero potuto causare.