Richard Holbrooke, emissario di Barack Obama per l’Afghanistan e il Pakistan e artefice della pace in Bosnia nel 1995 è morto lunedì 13 dicembre all’età di 69 anni a seguito delle complicazioni di un intervento chirurgico cui era stato sottoposto per una lesione all’aorta. Holbrooke era stato ricoverato venerdì scorso, dopo essersi sentito male durante un incontro con la Segretaria di Stato Hillary Clinton.

Nel novembre del 2008, mentre Barack Obama e John McCaine si sfidavano per la presidenza degli Stati Uniti, Holbrooke aveva rilasciato un’interessante intervista al magazine Courrier International dove parlava dell’importanza, per gli Stati Uniti, di avere un presidente capace di riportare il paese ad avere il ruolo di leader mondiale.

Holbrooke scriveva che « Il prossimo presidente erediterà la direzione della nazione più potente del pianeta. Una nazione ricca della promessa del suo dinamismo e di una popolazione sempre più diversificata, una nazione che potrebbe e che deve nuovamente inspirare e guidare il mondo.
Dopo un periodo di declino, smarrimento ed errori disastrosi, il compito principale sarà ricreare l’idea di un obiettivo nazionale e un sentimento di forza. Gli Stati Uniti dovranno ridefinire la propria politica, affrontando conflitti interni e a livello internazionale.
Si dovranno riannodare costruttive relazioni di lavoro con i nostri amici ed alleati, dare nuova linfa all’economia, gestire un bilancio che soffre di deficit vertiginosi, ridurre la dipendenza energetica e occuparsi del problema dei cambiamenti del clima, arginare il pericolo della proliferazione nucleare, rafforzare la difesa del territorio nazionale contro il terrorismo globale accentuando al contempo la pressione su al Qaeda, soprattutto in Pakistan e si dovranno gestire i conflitti in Afghanistan e in Iraq.

E’ assurdo pensare che il presidente degli Stati Uniti possa risolvere tutti i problemi del mondo ma inevitabilmente sarà quanto ci si aspetterà da lui. Per ridare agli Stati Uniti il suo ruolo di leader mondiale si dovrà fare ordine nei due settori dove il paese è assai indebolito : l’economia interna e l’immagine del paese a livello internazionale.
E’ essenziale restaurare il rispetto dei valori e della leadership degli Stati Uniti perchè questo rispetto è una condizione essenziale per un potere legittimo e un’influenza a lungo termine. Rimettere in sesto l’economia interna è importante per la sicurezza del paese tanto quanto lo è la nostra superiorità in ambito militare.
Sul lungo termine l’ascesa e la caduta delle grandi nazioni dipendono innanzitutto dalla loro potenza economica. Roma, la Cina imperiale, Venezia, la Francia, l’Olanda, … tutti questi paesi hanno avuto un periodo di gloria e un inesorabile declino quando è venuto meno il benessere economico. Gli Stati Uniti hanno sempre saputo riemergere dalle loro crisi economiche, compresa la Grande Depressione. Per il popolo americano, ottimista per natura, è normale considerare questa crisi economica come un’avversità ciclica temporanea…. »