I leader di etnia albanese dell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) erano responsabili dei traffici di organi umani, alla fine degli anni Novanta. Lo afferma nel suo ultimo rapporto il consigliere agli Stati ticinese Dick Marty, che ha indagato su tali crimini per conto dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Il governo di Pristina nega tutto e minaccia azioni legali.

L’accusa di un traffico di organi espiantati a prigionieri di guerra serbi era stata lanciata nel 2008 da un’altra ticinese, Carla Del Ponte, ex procuratrice del Tribunale penale internazionale per la ex-Jugoslavia, nel suo libro “Io e i criminali di guerra”.

Secondo il rapporto Marty, disponibile su internet, nel 1999 i membri indipendentisti dell’Uck rapivano serbi e altri civili per condurli in Albania, dove venivano loro espiantati gli organi, in particolare i reni, che venivano poi venduti al mercato nero. Le autorità internazionali in Kosovo non facevano nulla per contrastare tali traffici, anche quando erano del tutto evidenti.
Le persone rapite e destinate all’espianto di organi, rileva il rapporto, venivano tenute in prigioni segrete nel nord dell’Albania sotto il controllo dell’Uck. I prigionieri venivano trattati in modo disumano e crudele, prima di essere uccisi con un colpo d’arma da fuoco alla testa.
Stando al rapporto, uno dei comandanti medici dell’Uck che risiedeva in Albania, Shaip Muja, era e resta ancora oggi uno stretto consigliere di Hashim Thaci, l’attuale premier kosovaro che negli anni Novanta era uno dei leader militari dell’Uck. Muja è attualmente consigliere politico di Thaci, responsabile delle questioni sanitarie.
“Abbiamo numerose indicazioni concordanti sul ruolo centrale che Muja ha ricoperto in reti internazionali, compresa quella dei trafficanti di organi – sostiene il rapporto.

Il rapporto di Dick Marty sarà discusso domani da una commissione del Consiglio d’Europa e, se verrà approvato, la commissione parlamentare dello stesso Consiglio d’Europa lo dibatterà alla fine del prossimo gennaio.
Il documento è stato definito “senza fondamento” dal governo kosovaro, che in una dichiarazione parla di invenzioni finalizzate a macchiare l’onore dell’Uck.
Pristina non esclude di adire vie legali per rispondere “alle invenzioni” di Marty.