La sesta revisione dell’assicurazione invalidità (AI), che si ripropone di ridurre del 5% il numero delle rendite entro il 2018, ha superato anche l’esame il Consiglio nazionale. Il progetto è stato approvato grazie ad una maggioranza borghese con 115 voti contro 63. Circa 17’000 persone perderanno quindi il diritto ad una rendita e dovranno reinserirsi nel mondo del lavoro. Le imprese però non saranno obbligate ad assumere una quota di handicappati.

Tempi duri per molti invalidi.

La sinistra ha tentato in tutti i modi di opporsi a questa riforma che a suo avviso penalizza una volta ancora le persone con handicap, non esige nessuno sforzo da parte dei datori di lavoro e discrimina intere categorie di malati. In futuro infatti le persone che soffrono di dolori cronici non dovuti a cause organiche, come la fibromialgia o patologie simili, non avranno più diritto all’AI. Questo provvedimento potrebbe colpire 4’500 persone.

Tutte le rendite inoltre verranno sistematicamente riesaminate e per ogni beneficiario sarà valutato il potenziale di reinserimento sul mercato del lavoro. Si stima che da 16 a 18’000 persone perderanno il diritto all’AI e dovranno tornare nel mondo del lavoro. Questo primo pacchetto di misure dovrebbe permettere risparmi per circa 500 milioni.