Anche oggi, venerdì, il rapporto del Consigliere agli Stati Dick Marty al Consiglio d’Europa sul traffico d’organi in Albania alla fine degli anni ’90 ha suscitato vive reazioni, sia di soddisfazione che di rabbia. In un articolo precedente abbiamo riportato il commento dell’ex procuratrice presso il tribunale penale internazionale dell’Aja Carla Del Ponte.

In Kosovo, il partito Vetvendosje, arrivato terzo alle elezioni legislative del 12 dicembre (vinte dal premier uscente Hashim Thaci), ha proposto che Thaci, sospettato di essere stato implicato nel traffico d’organi, venga portato di fronte alla giustizia della comunità internazionale.

Il vice primo ministro del Kosovo, Hajredin Kuci, ha fatto sapere che il governo del suo paese farà causa a Dick Marty per aver portato pregiudizio all’autorità del premier kossovaro.

Il presidente albanese Bamir Topi ha dichiarato che “il miglior modo per chiudere la questione e finirla con accuse e calunnie è collaborare con la giustizia nazionale e internazionale. Il Tribunale penale internazionale dell’Aja, la missione in Kosovo delle Nazioni Unite e la missione europea Eulex hanno già avviato diverse inchieste, ma non hanno sinora trovato alcuna prova abbastanza convincente per avviare un’indagine giudiziaria. Le accuse di Dick Marty sono state confezionate in ambiti ultra-nazionalisti, che nei Balcani sono sempre molto attivi”

Il rapporto di Dick Marty interviene in un momento politico delicato per il premier Thaci, la cui formazione, il Partito democratico del Kosovo, è accusata di aver commesso brogli durante le elezioni del 12 dicembre.
“Questo indebolisce Thaci. Solo sei mesi fa era uno dei premier più potenti della regione. Oggi è accusato di brogli elettorali, deve difendersi dal rapporto di Dick Marty e ha il difficile compito di formare un governo di coalizione – ha commentato l’editorialista Halil Matoshi su “Koha Ditore”, uno dei quotidiani più letti in Kosovo.

Sul quotidiano serbo “Blic” si legge che i soldi provenienti dal traffico di organi sono stati depositati in conti bancari di diversi paesi europei, fra i quali Albania, Svizzera e Germania. Seguendo le tracce di questi versamenti si potrebbe giungere sino al premier Thaci.