Piero Gros, indimenticato fuoriclasse italiano di sci, il più giovane vincitore di una gara di Coppa del Mondo di sci alpino maschile, nel 1972, quando aveva 18 anni. Protagonista della Valanga azzurra, vincitore della Coppa del Mondo nel 1974 e della medaglia d’oro in slalom speciale ai XII Giochi olimpici invernali di Innsbruck nel 1976.
I meno giovani certamente lo ricordano mentre scivolava leggero fra i paletti delle porte, un personaggio carismatico a tutti gli effetti. Oggi Piero Gros è commentatore sportivo alla RSI, dove con grande competenza ed estrema signorilità ci fa partecipi di ogni singola discesa in campo maschile.

Molti nostri cronisti dovrebbero prendere esempio da Gros, campione di sport e campione di classe anche dinanzi ad un microfono. Non è mai capitato di sentirlo deridere un atleta caduto o vittima di qualche banale incidente. Come invece capita sempre più spesso durante le gare femminili: come dimenticare le risa sguaiate di chi commentava la gara quando, alle olimpiadi, una giovane atleta perse un bastone alla partenza e cadde rovinosamente dopo pochi metri?
Durante le cronache di Gros non ci accorge – quando scende uno svizzero – che lui da buon italiano potrebbe tifare solo per gli azzurri, lui sa far vivere le gesta di Carlo Janka e compagni come se fosse cresciuto in squadra con loro. La classe non è acqua e Pierino lo dimostra.

Candido S