Non si sono fatte attendere le reazioni all’iniziativa di Lara Comi, europarlamentare del PDL, che ieri ha inoltrato a Bruxelles due interrogazioni a proposito della campagna elettorale dell’ UDC Ticino. Come abbiamo fatto rilevare ieri, si é però “dimenticata”, parlando di bilaterali, di sollevare i problemi legati alla reciprocità, dove oltre diecimila piccoli imprenditori italiani, annualmente svolgono in Ticino il loro lavoro, nel pieno rispetto degli accordi bilaterali, mentre piccole aziende ticinesi si scontrano contro veri e propri muri italiani e difficilmente riescono ad accedere al mercato della vicina penisola. Nemmeno ha parlato del cospicuo ristorno finanziario che annualmente finisce nelle casse dei comuni di frontiera, frutto delle imposte pagate dai frontalieri. Lorenzo Quadri non ha perso tempo e ha inoltrato oggi un’interrogazione al nostro Consiglio di Stato.- Interrogazione che riportiamo integralmente.


Scontro fra deputati

Lorenzo Quadri.“Le due interrogazioni depositate da un’europarlamentare varesina al Consiglio europeo e alla Commissione europea non possono rimanere senza una risposta energica.

Nei due atti parlamentari l’eurodeputata di fatto chiede agli organismi europei citati, a seguito della campagna Balairatt, di esercitare pressioni sulla Svizzera, per l’applicazione (da parte elvetica) degli Accordi bilaterali. La parlamentare arriva ad auspicare che la Commissione europea intervenga nei confronti della Confederazione per esigere “il rispetto nei confronti dei frontalieri e ribadire la necessità di fornire tutela ai loro diritti tanto come persone quanto come cittadini e, infine, come lavoratori”.

L’iniziativa dell’europarlamentare è a dir poco ridicola, se si considera che a non applicare gli Accordi bilaterali è l’Italia, non certo la Svizzera, dove – tanto per citare un recente esempio – “ostacoli dissimulati alla libera circolazione delle persone” (vedi il requisito della conoscenza delle lingue nazionali nei concorsi per i docenti cantonali) inseriti a tutela della forza lavoro residente, vengono rimossi da tribunali cantonali in preda a raptus autolesionisti.

Evidentemente l’eurodeputata ignora altresì che l’Italia ha illegalmente inserito la Svizzera in una lista nera di paradisi fiscali allo scopo di mettere in difficoltà le aziende ticinesi che intrattengono relazioni commerciali con ditte italiane, azione che si inserisce nel quadro di un’offensiva in grande stile volta a nuocere alla piazza finanziaria ticinese come pure al suo commercio, e, più generale, al nostro benessere.

Mentre da parte elvetica la libera circolazione delle persone viene pedissequamente applicata, da parte italiana essa è invece elusa tramite una lunga serie di sotterfugi legislativi e burocratici, come tutte le associazioni padronali ticinesi possono confermare. La pretesa da parte italiana che l’UE richiami la Svizzera al rispetto degli Accordi bilaterali oscilla tra il ridicolo e il surreale.

E’ poi evidente che l’eurodeputata ignora anche che il suo ministro delle finanze Tremonti (quindi un membro del governo, non un piccolo partito come è il caso dell’Udc Ticino) ha dichiarato che “gli svizzeri sono mafiosi”, come pure che in Ticino il numero dei frontalieri è in continua crescita, essendo vicino alle 50mila unità, ossia un quarto della forza lavoro operativa nel cantone. Davanti a cifre di tale enormità, ci vuole una fantasia davvero molto fervida per immaginare che i diritti dei frontalieri nel nostro Cantone non siano rispettati.

Al contrario, il Ticino è uno dei principali datori di lavoro per gli italiani, ed il trattamento che l’autorità della Penisola riserva ad un datore di lavoro di tale importanza per i suoi concittadini, è semplicemente inaudito e non può essere tollerato.
Come non può essere tollerato che, mentre il nostro paese è oggetto di una continua guerriglia da parte italiana, si arrivi, da Oltreconfine, al punto di accusare la Svizzera di comportamenti scorretti e lesivi dei diritti delle persone, quando è vero proprio il contrario.
Le scorrettezze arrivano da parte italiana; ma ad esse non ha fatto seguito alcuna reazione ticinese o elvetica; per contro il CdS si è immediatamente attivato nel condannare la campagna Balairatt.

Si tollerano senza contromisure le azioni in arrivo da Oltreconfine, volte a danneggiare il nostro benessere; si tace davanti alle accuse – formulate da parte italiana! – di essere “un popolo di mafiosi”; la task force guidata dall’avv Respini non ha ottenuto alcun risultato ed è stata sciolta. Diventare anche bersaglio di atti parlamentari alla Commissione europea e al Consiglio europeo in cui deputati italiani (!), polverizzando ogni decenza, accusano la Svizzera e il Ticino di violare trattati internazionali e diritti delle persone, è la goccia che fa traboccare il vaso.

Chiedo pertanto al lod. Consiglio di Stato:

– Fino a quando si intendono tollerare i continui attacchi da parte italiana senza applicare contromisure concrete che vadano ad influire sulla libera circolazione delle persone?
– Il CdS intende prendere posizione sugli atti parlamentari dell’eurodeputata varesina, sottolineandone assurdità e risibilità, almeno con la medesima tempestività con cui è intervenuto nel condannare la campagna Balairatt?
– Non dovrebbe essere semmai il CdS a sollecitare gli organismi europei ad esercitare pressioni sull’Italia affinché annulli l’illegale iscrizione della Svizzera su una lista nera di paradisi fiscali, come pure le altre misure discriminatorie attuate nei confronti del nostro Paese?”