Il figlio di Sakineh Mohammadi Ashtiani ha ammesso che la madre è colpevole del reato di omicidio, accusa per la quale la donna era stata condannata alla lapidazione, pena poi commutata in impiccagione.
In una conferenza stampa, Sajjad Qaderzadeh, reduce a sua volta dal carcere dopo essere stato arrestato insieme a due giornalisti tedeschi, ha confermato che la madre e il suo amante sono colpevoli di aver ucciso suo padre del ragazzo. La donna, oltre che di omicidio, è accusata di adulterio.
Nella giornata di sabato la donna ha avuto il permesso di uscire dal carcere per incontrare i figli e cenare con loro in una residenza controllata appartenente alle autorità giudiziarie. Le agenzie di stampa internazionali non hanno però avuto modo di appurare se dopo la cena la donna sia stata ricondotta nel penitenziario

Sakineh, 43 anni, era stata condannata a morte nel 2006 per coinvolgimento nell’omicidio del marito e alla lapidazione per adulterio. La prima pena è stata ridotta a dieci di reclusione in appello nel 2007, ma la seconda è stata confermata lo stesso anno da un’altra corte d’appello.
Nel luglio scorso la giustizia iraniana ha sospeso la condanna alla lapidazione in attesa di un riesame del caso. La vicenda ha sollevato un’ondata di proteste in Occidente e una forte mobilitazione dei governi, con Francia e Italia in prima linea. Sajjad Ghaderzadeh e l’avvocato di Sakineh, Hutan Kian, sono stati arrestati il 10 ottobre assieme a due giornalisti tedeschi che si erano recati a Tabriz, spacciandosi per turisti per intervistarli.
Sakineh è stata obbligata dal regime di Teheran di chiedere al figlio di citare in giudizio i due giornalisti tedeschi della Bild am Sonntag che lo hanno intervistato, il suo ex avvocato, Mohammad Mostafai, la responsabile della Ong tedesca che si batte contro la sua lapidazione, Mina Ahadi e il presunto killer del marito, nonché suo amante.
“Ho detto a mio figlio di fare causa a coloro che hanno disonorato me e l’Iran – ha dichiarato Sakineh ai giornalisti dal carcere in cui si trova rinchiusa, in una conferenza stampa organizzata dalle autorità.