Si traccia sempre di più la linea “Israelly-correct” della maggiore banca svizzera. Dopo aver tolto da una pubblicità le immagini dell’architetto svizzero Le Corbusier (che non nascondeva la sua simpatia per i nazisti), UBS blocca i versamenti a favore di organizzazioni che si battono per la causa palestinese.

Negli ultimi sei mesi del 2010 UBS ha bloccato tutte le donazioni destinate a organizzazioni pro-palestinesi situate nella Svizzera romanda.
Françoise Fort, del gruppo Parrainage enfants de Palestine, una delle persone che si è vista bloccare il versamento, ha chiesto spiegazioni al suo consulente bancario, il quale le avrebbe risposto che “quando cresceranno, i bambini palestinesi potrebbero diventare terroristi”.

Il portavoce di UBS Jean-Raphaël Fontannaz ha dichiarato che la decisione della banca di porre un limite a versamenti legati alla Palestina risale al settembre 2008. Una decisione che però non riguarda istituzioni ufficiali come le Nazioni Unite, il CICR e la Caritas.
“Non si tratta di una decisione politica – conferma Fontannaz – quanto piuttosto di limitare i rischi legati a simili transazioni.”

In realtà la decisione di UBS è dovuta alla minaccia degli ambienti pro-israeliani con base negli Stati Uniti di trascinare la banca in tribunale con la richiesta di cospicui indennizzi. Nel maggio del 2008 le vittime di attentati in Israele avevano attaccato UBS negli Stati Uniti, reclamando risarcimenti per oltre 50 milioni di dollari. L’accusa? Aver contribuito a finanziare gli attacchi terroristici attraverso le transazioni finanziarie con l’Iran.

(Fonte: Le Matin.ch)