Gli accordi internazionali siglati fra il Canton Ticino e Campione d’Italia, all’enclave non stanno più bene e chiede che siano riveduti. I 600 mila franchi riversati nelle casse cantonali nel 2010 sono giudicati esorbitanti a paragone delle prestazioni ricevute. L’accordo era stato siglato nel 1998 ma oggi, come anticipato dalla RSI, la rinegoziazione dovrebbe essere discussa dalla Commissione della Gestione.

Per i servizi cantonali forniti in ambito sanitario, scolastico e infrastrutturale ai 2’000 abitanti di Campione d’Italia l’enclave propone che siano ricompensati con un pagamento puntuale di ogni singola prestazione e non più in modo forfettario come attualmente.
Ulteriore punto dolente sul tavolo delle trattative il ristorno d’imposta dei frontalieri. Già a suo tempo Lorenzo Quadri sollevava la questione della mancata reciprocità dei ristorni facendo notare che se da un lato il Ticino versa il 40% d’imposta incassata all’Italia, per contro i cittadini ticinesi che lavorano a campione pagano interamente le imposte in Italia senza che nulla venga riversato al cantone. Una situazione che già nel mese di agosto del 2008 il Sindaco di Campione d’Italia affermava, ad in’intervista a La Regione, di comprendere asserendo “Non avete torto ma dovete chiedere a Roma”. Da notare che ovviamente l’enclave ha tutto l’interesse a non ristornare nulla, lasciando quindi la situazione attuale immutata. Situazione che penalizza in particolare i comuni prossimi a Campione d’Italia, come Melide, Bissone, Maroggia, Melano, Rovio, Arogno, Capolago e Riva San Vitale, che non beneficiano di alcun ristorno per i loro cittadini che conseguono un’attività lucrativa nell’enclave. Situazione che ha comunque validità più generale poiché come il numero dei frontalieri, così anche quello dei “frontalieri al contrario” (per quanto nettamente inferiore), è destinato a crescere.