Il nuovo centro disabili adulti della Fondazione Madonna di Re a Bellinzona è oggetto di un ricorso al Tram incentrato sull’appalto per la fornitura delle finestre della nuova struttura: ben 242, che devono ottemperare ai criteri Minergie. Il valore dell’appalto è di oltre un milione di Fr: si tratta di quindi di una delibera di tutto rispetto. Al tema l’emittente Teleticino ha dedicato un servizio all’interno del suo TG di martedì 11 gennaio US.

Interrogazione di Marco Marcozzi(PS) e Lorenzo Quadri(Lega dei Ticinesi)

Il problema nasce dal fatto che la falegnameria di Quinto, miglior offerente, cui è stato deliberato l’appalto, farebbe realizzare gran parte dei lavori in Germania, da una ditta specializzata in serramenti. Ciò pare configurare un subappalto, che però è vietato: questa la censura sollevata dall’Associazione ticinese dei falegnami, che ha scritto al CdS, e da una delle aziende scartate, che ha presentato ricorso al Tram.
Il centro della Fondazione Madonna di Re è sussidiato dall’ente pubblico – 7 milioni di Fr tra Cantone e Confederazione – e dunque è sottoposto alla Legge sugli appalti.
E’ pur vero che il lavoro effettuato in Germania comporterebbe una diminuzione dei costi. Tale diminuzione avverrebbe però a scapito del tessuto artigianale ticinese. Un genere di risparmi quindi che l’ente pubblico dovrebbe evitare.

La decisione sul caso in oggetto avrà, evidentemente, portata generale, oltre che individuale. Una decisione che convalidasse l’operato della ditta di Quinto, aprirebbe la porta ad un’infinità di casi analoghi con grave (e facilmente prevedibile) pregiudizio dell’imprenditoria locale. Che si vedrebbe di fatto spinta a dedicarsi non già alla produzione, ma semmai all’importazione ed al commercio di manufatti fabbricati all’estero: il danno al substrato artigianale, economico, professionale e sociale del nostro Cantone sarebbe, a non averne dubbio, grave.

Avendo il Tram, nella sentenza sui requisiti da concorso degli insegnanti della scuola cantonale già preso una decisione contraria agli interessi occupazionali ticinesi, il rischio di un “bis” non appare campato in aria.

Chiediamo pertanto al lod. Consiglio di Stato:

– Il CdS condivide le preoccupazioni sopra esposte per il tessuto economico locale nel caso in cui il Tram dovesse emettere una sentenza che attestasse la liceità dell’operato della ditta che, avendo ottenuto l’appalto per la fornitura di 242 finestre Minergie, farà realizzare gran parte dei lavori da un’azienda tedesca?
– Quali misure intende adottare il CdS per evitare l’avverarsi delle facili previsioni di cui sopra, nel caso di una sentenza favorevole alla ditta di Quinto?
– E’ pensabile una modifica legislativa che stabilisca – nell’eventualità in cui il Tram decidesse in senso opposto – che anche in casi come quello in discussione deve valere il divieto di subappalto?
– Il CdS prenderà posizione sullo scritto dell’Associazione falegnami ticinesi, o aspetterà la sentenza del Tram?

Con la massima stima.

Lorenzo Quadri – Marco Marcozzi