Il comitato della Svizzera Italiana contro l’iniziativa sulle armi si é presentato stamane alla stampa. Il comitato respinge fermamente l’iniziativa, perché ritenuta inutile e ingannevole. Per il comitato le misure proposte nel testo fanno cadere su militi, cacciatori e tiratori un sospetto generalizzato, contestando collettivamente la loro facoltà di saper maneggiare responsabilmente le armi.

D’altra parte – é stato affermato stamane – le misure non risolvono i veri problemi, come l’uso abusivo e il traffico illegale d’armi. L’iniziativa secondo i membri del comitato, accresce la burocrazia e sfonda porte già aperte: da lungo tempo, l’Esercito ha già preso misure atte a lottare contro l’uso abusivo delle armi e la legislazione svizzera in materia di armi è stata più volte inasprita ed è considerata oggi una delle più severe al mondo.

Il comitato della Svizzera Italiana è diretto dal Consigliere Nazionale Norman Gobbi ed è affiancato dagli altri co-presidenti: il medico e Consigliere Nazionale PLR Ignazio Cassis, Iris Canonica (già Gran Consigliere), Fabio Regazzi (Gran Consigliere PPD e vicepresidente dei cacciatori ticinesi), Martino Righetti (Gran Consigliere grigionese e colonnello SMG).
Nel comitato intercantonale figurano poi i presidenti dei partiti ticinesi Walter Gianora, Giovanni Jelmini e Giuliano Bignasca, il Consigliere agli Stati Filippo Lombardi, i Consiglieri Nazionali Fabio Abate e Fulvio Pelli, numerosi medici tra cui i professori Sebastiano Martinoli e Tiziano Moccetti, numerose donne, sportivi, rappresentanti del mondo della scuola tra cui Franco Lazzarotto, e attori del mondo economico e politico ticinese e grigionese.

I co-presidenti hanno esposto oggi a Camorino le motivazioni del NO all’iniziativa popolare che sottoposta al voto il prossimo 13 febbraio 2011.
Il comitato raccomanda il NO per i seguenti motivi:
1) L’esercito ha riconosciuto di avere una grande responsabilità per quanto concerne l’uso abusivo delle armi e ha preso conseguentemente delle misure. Oggi, i futuri soldati sono sottoposti ad un esame psicologico, la munizione da tasca viene ritirata e l’arma personale può essere depositata all’arsenale.
2) I militi seri, i cacciatori e i tiratori sportivi saranno posti sotto tutela. L’iniziativa mira senza distinzione su tutti i cittadini responsabili, che non rappresentano alcun rischio in materia di sicurezza. L’iniziativa fa cadere il sospetto generalizzato su tutti indistintamente. Le tradizioni svizzere, la fiducia nella popolazione, la responsabilità personale e il diritto all’autodeterminazione sono valori cui non possiamo rinunciare. I valori svizzeri sono al centro della campagna del NO.
3) Se si consulta la legge federale, si può constatare che la legislazione elvetica sulle armi da fuoco è severe e assicura un’elevata sicurezza. Le armi da fuoco automatiche sono già oggi proibite. Per quanto riguarda i fucili a pompa, sono già oggi sottoposti ad autorizzazione. D’altro canto, il traffico illegale di armi non sarà assolutamente toccato da questa iniziativa. La sicurezza non sarà aumentata con nuove disposizioni costituzionali e burocratiche, ma per una lotta rigorosa contro l’uso abusivo delle armi è sufficiente rispettare e applicare l’attuale diritto sulle armi.

4) I costi generati dall’iniziativa sono esorbitanti. Il Consiglio Federale stima che la messa in atto dell’iniziativa sulle armi costerà 6.4 Milioni di franchi, cui vanno aggiunti costi annui per 11.2 Milioni di franchi. Ancora una volta, sarà il contribuente ad essere chiamato alla cassa senza che la sua sicurezza ne possa beneficiare!

Il medico Pio Eugenio Fontana ha poi esposto dati che confutano gli studi e le ricerche citate dai fautori dell’iniziativa, evidenziando come nei Paesi in cui vige un divieto assoluto le violenze con armi da fuoco sono aumentate.

Il prossimo giovedì 20.01.11, ore 20.15 all’Hotel Lugano-Dante di Lugano avrà luogo un dibattito sulla votazione del 13 febbraio p.v. Dopo una conferenza sui dati ufficiali disponibili a livello svizzero ed estero relativi al rapporto armi/suicidi/crimini a mano armata, seguirà una tavola rotonda con il prof. Sebastiano Martinoli, Iris Canonica e Marc Heim per il NO, e il dr. Mattia Lepori e altre 2 persone per il SI. Il tutto sarà moderato da Giovanni Galli, giornalista del CdT come moderatore. Gli interessati sono invitati a partecipare; entrata gratuita.