Le inondazioni che la scorsa settimana hanno colpito lo Sri Lanka hanno fatto sfollare oltre un milione di persone, obbligate a lasciare le proprie case per rifugiarsi nei campi profughi allestiti dalle autorità.
Le piogge monsoniche cadute negli ultimi giorni hanno colpito soprattutto l’est e il centro dell’isola, dove hanno provocato frane e alluvioni.

Un disastro naturale che si è svolto nell’indifferenza totale di stampa e televisione (Ticinolive compreso). Non perché tutta l’attenzione fosse focalizzata sulle “inondazioni bibliche in Australia” , ma perché vi sono notizie che non interessano a nessuno e che non vale nemmeno la pena riportare.
Purtroppo.

Mezzo milione di sfollati sono stati raccolti in 225 campi profughi, quasi 300mila si trovano nei campi allestiti dal governo mentre gli altri sia vagano senza una meta e trovano assistenza lungo il cammino oppure hanno trovato rifugio presso famigliari. Al momento si contano 21 vittime.
Interi villaggi lungo le coste sono sommersi, altri sono rimasti isolati e i soccorsi sono resi difficoltosi dalle avverse condizioni meteo.

Lo Sri Lanka, un’isola tropicale a sud-est dell’India è spazzata due volte all’anno dalla stagione dei monsoni, fra maggio e settembre e fra novembre e febbraio.
Lo scorso mese di novembre, nella capitale Colombo l’esercito era stato mobilitato per soccorrere migliaia di persone in difficoltà a causa delle forti inondazioni. Le autorità avevano chiesto a 300mila persone di lasciare le proprie abitazioni, che le incessanti piogge avevano reso pericolanti.