A Biasca, al centro delle Tre Valli, in procinto di aggregarsi, seimila abitanti, non c’è un ostello per la gioventù, non c’è una sala Multiuso.

È con piacere che leggo sul quotidiano “La Regione Ticino” del 5 gennaio 2011, una proposta di Sueli e Jonatha Columberg che auspicano l’apertura, a Biasca, sul terreno dell’ex arsenale militare, di uno spazio culturale e di politica giovanile dove tutti possano esprimersi «liberamente attraverso musica, dialogo, scambio di idee». Immaginare cinema, teatro, giovani delle Tre Valli che si esprimono attraverso la scrittura e la musica, significa sognare una sorta di “Spazio Tami” rivedendo il Piano Regolatore e pianificando quell’angolo di Biasca come “Centro Servizi Culturali”. È un’idea molto accattivante, ma a questo punto potremmo legittimamente chiederci se non è un altro passo falso: non vorremmo che altri cittadini si opponessero (legittimamente) agli schiamazzi provocati da queste attività giovanili, creative, culturali. Sì, perché la cultura e le idee, a volte fanno baccano.

Eppure i 19 mila metri quadrati offrirebbero spazio per Centro Servizi, aula multiuso adibita alle più disparate attività teatrali e creative, liberamente utilizzata dalle società. Lo “Spazio Tami” potrebbe essere animato in collaborazione con Bibliomedia della Svizzera italiana, Circolo cultura, Ente Turistico, Municipio, Teatro Tan, Scuola di musica Tre Valli, Spazio musica, Filarmonica: con le risorse umane attive nel nostro territorio, ce n’è per i beati, davvero! E rimane pure una visione per un ostello per la gioventù, legato alle manifestazioni sportive previste alla pista di ghiaccio o alla palestra tripla, promosse dalla società federale ginnastica.

È quando avrei voluto si muovesse, quando Stefan Engler chiedeva polemicamente che l’ormai tramontato Gottardo 2020 pensasse progetti concreti e non effimeri, per il territorio, per le regioni coinvolte. Si parlava di “incontri di culture”. È quanto credevo potesse prendere vita, accanto al Centro Servizi. Se si volesse promuovere un Centro creativo, di apertura e di condivisione tra giovani, bisognerebbe adattarsi ad un certo cambiamento, nella frequentazione di quella zona di Biasca. Tuttavia tale “cambiamento”, nella pianificazione di quel quartiere, è osteggiato dal “Gruppo per uno sviluppo sostenibile del paese” quando si parla di Centro Servizi con Tre Valli Soccorso, Pompieri e Protezione Civile.

A Biasca abbiamo promosso, con Bibliomedia, Circolo culturale, Dicastero cultura, diverse rassegne culturali denominate TEMI (acronimo di Teatro, Editoria e letteratura, Musica, Immagini), dedicate alla donna nella società (6 appuntamenti nel 2007), ai cambiamenti climatici e allo sviluppo sostenibile (6 eventi nel 2008), al rapporto tra Locale e Globale (2010) con concerti, conferenze, teatri, tavole rotonde. Quest’anno ci dedicheremo al tema del dialetto: è bella l’idea di esprimersi “liberamente attraverso musica, dialogo, scambio di opinioni”. Io mi illudevo, fino ad un paio di anni fa, che, attraverso un buon esercizio di compromesso, assieme al Centro Servizi, poi saremmo arrivati anche alla definizione di una Sala Multiuso. Con i tempi dovuti, tenendo d’occhio le finanze di un comune non certo ricco, aprendo gli occhi e soprattutto unendo le forze politiche. Ma il compromesso a volte pare poco utile in termini elettorali.

Il “sogno” dei coniugi Columberg non è molto diverso da quello di chi vorrebbe una Biasca aggregata, più costruttiva, più legata agli interessi della collettività. Con concretezza e un po’ di idealismo. Mi chiedo quante persone, a Biasca, dalla politica alla gente, sarebbero disponibili per sostenere la realizzazione del “Centro Servizi” e dell’ipotetico “Spazio Tami” nei prossimi sette/dieci anni. Provocatoriamente, ho paura che rimarranno le foglie secche e il silenzio.

di Daniele Dell’Agnola

presidente Circolo culturale

Consigliere comunale, Biasca