Relazione presidenziale di Fabio Regazzi al Comitato cantonale PPD a Rivera

Nella prima parte della relazione che ho l’onore di tenere davanti a voi questa sera ritengo
doveroso affrontare uno dei temi che nelle ultime settimane ha fatto molto discutere,
ovvero le vicende di AET.
Nella seconda invece entrerò nel vivo della campagna elettorale per le elezioni cantonali di aprile.
E’ triste, e nel contempo preoccupante, constatare come AET stia sempre più diventando
il bersaglio di un fuoco incrociato proveniente da partiti o lobby che perseguono obbiettivi diversi.

C’è chi, come i Verdi, invoca ragioni ecologiche mentre in realtà ha innescato una battaglia contro AET per scopi prevalentemente elettorali: lo dimostra la veemenza con cui il loro coordinatore si è battuto per fare approvare l’urgenza senza che ve ne fossero i presupposti, a cui si aggiunge il rifiuto a valutare l’ipotesi da noi avanzata di un controprogetto che prevede un investimento di oltre 100 mio. di franchi nei prossimi 20 anni in energie rinnovabili: bollare da parte in uno che di definisce “ecologista” una simile proposta come “scemenza” senza perlomeno valutarla e discuterla la dice lunga su quali siano i veri obiettivi.

Alleati dei Verdi (si noti l’abbinamento) in questa battaglia troviamo la Lega, non di certo animata da un nobile spirito ecologista, e che utilizza ogni mezzo per attaccare AET e i suoi vertici, rei – a loro dire – di inenarrabili nefandezze e di cui chiede sic et simpliciter l’azzeramento. La prima domanda che ci sorge spontanea è quella di sapere cosa ci facevano i rappresentanti della Lega – uno dei quali per un certo periodo è stato addirittura il loro Consigliere di Stato – in seno al CdA di AET quando queste operazioni sono state decise ?

Proviamo allora a pensare male, che anche se si fa peccato, come si sa, spesso ci si azzecca: e se il disegno fosse quello di indebolire AET per favorire un’importante azienda elettrica comunale che mira a ricoprire un ruolo sempre più rilevante in Canton Ticino? Tutto, anche il fatto che a un certo punto le AIL abbiano chiesto di poter partecipare all’operazione di Lünen, lascia intendere che questa non sia un’ipotesi così irrealistica.

Se però queste posizioni rientrato nella logica da caravanserraglio della politica nostrana, preoccupante, per non dire sconcertante, è la posizione della direttrice del DFE, la quale rilascia un’intervista in cui critica apertamente i vertici di AET (solo due perle: “la comunicazione è difficoltosa” e alla domanda se le persone che guidano l’azienda sono persone competenti trasparenti e oneste, la risposta è stata “me lo auguro!”), per non parlare del goffo tentativo di smarcarsi dall’operazione di Lünen che lei stessa aveva portato avanti e difeso alcuni mesi prima in GC.

Dichiarazioni gravi, che non a caso giungono dopo il diktat domenicale del Mattino e alle quali non sono di certo estranee le ingerenze di un noto “grande vecchio” dell’allora partitone che ha ancora qualche conto in sospeso da regolare.
Siamo al paradosso: un’azienda che è stata per decenni un feudo del PLRT, soprattutto negli anni in cui sono state fatte le principali operazioni che risultano controverse, deve ora subire gli attacchi da parte di esponenti di spicco di questo partito (e lo ha fatto anche ieri il capogruppo Vitta con un’uscita che mi è sembrata fuori tempo, ma soprattutto fuori contesto) proprio nel momento in cui AET, sotto la presidenza di Fausto Ledi, ha intrapreso il difficile cammino della riorganizzazione interna e soprattutto e del recupero della credibilità che altri – semmai – hanno fatto perdere all’azienda.

Da parte nostra abbiamo almeno due risposte da dare: se la Direttrice del DFE non è soddisfatta delle informazioni che riceve e nutre dei dubbi sui vertici dell’azienda, si assuma le proprie responsabilità ed entri a fare parte del CdA di AET come noi abbiamo richiesto a più riprese.
Se invece per il PLRT il problema è rappresentato dal fatto che alla testa di AET c’è un popolare democratico ritenendo che quel posto gli spetta di diritto allora che si abbia il coraggio di dirlo in modo chiaro.
Non possiamo accettare che AET venga sacrificata sull’altare degli interessi partitici, di faide interne o per motivi economici. Stiamo attenti perché, oltre ad arrecare un danno enorme all’azienda, a pagare sarà indirettamente al nostro Cantone. Noi ci batteremo con tutte le forze affinché AET, che è un patrimonio di tutti i ticinesi, possa continuare ad assolvere l’importante ruolo che la legge le impone
Dopo questa doverosa parentesi sulla questione AET, parliamo di elezioni cantonali.

La campagna elettorale è oramai lanciata e, con largo anticipo rispetto al passato, emergono già alcuni spunti di riflessione.
A tenere banco in questi giorni è il recente sondaggio elettorale pubblicato del Caffè.
Personalmente, e penso molti di voi, tendo generalmente a diffidare dei sondaggi, la cui aleatorietà è – per definizione – molto alta (e di esempi in cui queste previsioni sono state
clamorosamente smentite ne abbiamo visti parecchi). E’ però altrettanto vero che sotto
sotto ci lasciano un po’ tutti condizionare.
Se vogliamo – pur con tutte le riserve del caso – fare una prima valutazione sul sondaggio si può dire che da un lato il risultato del PPD è al di sotto delle nostre aspettative ma che dall’altro gli scarti sono tutto sommato contenuti per cui – per utilizzare una metafora sportiva – siamo sicuramente in partita.
Ciò che ci preoccupa tuttavia è la polarizzazione dello scontro elettorale. Gli unici temi che sembrano degni di interesse per i mass media sono:

1) se la Lega, grazie anche all’appoggio esterno dell’UDC, riuscirà a prendere il secondo seggio a scapito dei liberali;
2) lo scontro nell’area della sinistra fra socialisti e Verdi, con questi ultimi che non nascondono addirittura ambizioni di entrare in Governo.
Il rischio concreto è che il PPD rimanga al margine di questi confronti e che quindi l’interesse e l’attenzione sui nostri candidati e quello che noi abbiamo da proporre vengano messi in secondo piano.

A questo tentativo di emarginazione non ci stiamo. Noi – e lo voglio dire in modo chiaro –
affrontiamo la competizione elettorale per vincere e intendiamo giocare fino in fondo le nostre carte.
Lo abbiamo detto subito: il secondo seggio non è un obiettivo! Tuttavia – alla luce anche dei primi riscontri del sondaggio – questa è un’opzione che non possiamo e non vogliamo scartare a priori. Il nostro ruolo è quello degli outsider che si presentano ai nastri di partenza sapendo di affrontare una sfida molto difficile ma che sono altresì consapevoli di avere tutte le carte in regola per ambire al secondo seggio e al rafforzamento della nostra compagine in GC.

Consapevolezza che ci viene dal fatto di aver schierato una compagine di persone capaci, competenti e autorevoli, che non esito a definire la migliore in lizza, come del resto hanno
riconosciuto molti osservatori esterni. Non è certamente un caso che nei primi 5 del sondaggio, l’unico partito che è riuscito ad inserire due candidati (Paolo Beltraminelli e Giovanni Jelmini) è il PPD!
Consapevolezza che ci viene però anche dai risultati della nostra azione politica, svolta a livello di Consiglio di Stato dall’amico Luigi Pedrazzini, dal Gruppo in GC, senza dimenticare i nostri amministratori comunali (in particolare sindaci e municipali), che – sovente nell’ombra – si adoperano con grande impegno e dedizione allo sviluppo di questo Cantone.
E’ innegabile che nelle ultime legislature, mentre altre forze politiche erano impegnate in derby interni fra fazioni, il PPD ha assunto un ruolo fondamentale per affrontare e soprattutto risolvere molti dei temi con cui siamo stati confrontati. La differenza sta proprio qui: da un lato c’è chi si limita – spesso con una buona dose di populismo – a sollevare i problemi, mentre dall’altro chi come noi cerca di trovare soluzioni concrete, anche se a volte può apparire meno pagante.

Sono molti gli esempi in cui il nostro contributo è stato decisivo. Ne citerò solo alcuni.
Gli interventi a favore delle zone periferiche con la riforma della LPI portata avanti dal nostro consigliere di Stato, le battaglie in GC (vinte entrambe nonostante fossimo soli contro tutti!) per le stazioni invernali e per il rinnovo delle concessioni alla Calcaccia e alla Morobbia, o quelli a favore delle persone in difficoltà (cito l’allargamento della cerchia dei beneficiari dei sussidi per i premi di cassa malati).

Anche se ci avviamo al termine della legislatura siamo attivi e presenti (tonici!) su alcuni temi di attualità: ricordo la proposta seria e circostanziata di iniziativa cantonale sul tema dei ristorni fiscali dei frontalieri (altro che gatti che ronfano!) come pure il controprogetto all’iniziativa contro il carbone: una soluzione, quella da noi proposta, che eviterebbe ad AET una perdita di alcune decine di milioni di franchi, che assicura il necessario approvvigionamento energetico a condizioni interessanti per il futuro e che obbliga AET ad investire almeno 100 mio. di franchi
nei prossimi 20 anni in energia rinnovabili.
Questa, care amiche e cari amici, è la politica che noi facciamo. Questa è la politica che vogliamo continuare a fare.
Nessuno è ovviamente in grado di dire se avremo i numeri per contare di più sia in CdS che in GC. So però di sicuro, perché lo abbiamo dimostrato, che possiamo vantare le competenze, le capacità e la statura morale delle nostre candidate e dei nostri candidati per nutrire questa legittima ambizione. Scrolliamoci di dosso i timori e i complessi che spesso ci hanno accompagnato e apprestiamoci a scendere in campo con uno spirito battagliero e vincente.

I nostri avversari sappiano che dovranno fare i conti anche con il PPD.
Siamo ufficialmente entrati nel fase calda della campagna elettorale. Tutti sappiamo bene cosa si deve fare:
1. convinciamo gli indecisi a votare PPD: i candidati che presentiamo e i risultati che abbiamo ottenuto depongono a nostro favore
2. evitiamo di immischiarci nelle beghe in casa d’altri: detto in altri termini non disperdiamo inutilmente voti preferenziali.

l PPD è per il Ticino. Il Ticino ha bisogno del PPD. E allora tanti auguri caro Partito
popolare democratico…