I recenti fatti di sangue di Bellinzona riportano al centro del dibattito politico un tema spinoso, quello della criminalità straniera. Ancora una volta un cittadino domenicano, il pregiudicato Edwin Hiraldo Rodriguez, si è reso protagonista di un efferato crimine che rischia di avere conseguenze tragiche per un sessantenne di Gordola.

Fortunatamente la popolazione svizzera, e quella ticinese, hanno chiaramente sostenuto l’iniziativa per l’espulsione dei criminali stranieri promossa dall’Unione Democratica di Centro, e forse in futuro, con un’applicazione sistematica del rinvio al loro Paese di queste persone che minano la nostra sicurezza, potremo evitare accadimenti simili.

Il giovane, già condannato, viveva ancora in Svizzera e gli è stata data facoltà di continuare a minacciare la nostra popolazione. Il testo dell’iniziativa che gli svizzeri hanno sostenuto recita:

“A prescindere dallo statuto loro riconosciuto in base alla legislazione sugli stranieri, gli stranieri perdono il diritto di dimora in Svizzera e ogni diritto di soggiorno se:

a. sono stati condannati con sentenza passata in giudicato per omicidio intenzionale, violenza carnale o un altro grave reato sessuale, per un reato violento quale ad esempio la rapina, per tratta di esseri umani, traffico di stupefacenti o effrazione;

b. hanno percepito abusivamente prestazioni delle assicurazioni sociali o dell’aiuto sociale.”

A seguito di quanto sopra siamo a chiedere al lodevole Consiglio di Stato:

1. Quanti stranieri, appartenenti alle due categorie sopraccitate, sono tutt’ora residenti nostro Cantone, in virtù dell’attuale ordinamento?
2. Cosa si intende fare per ridurre al minimo il rischio che tali fatti, perpetrati da vere e proprie pecore nere, non abbiano a ripetersi?
3. La polizia effettua controlli mirati e costanti su queste persone, soprattutto alla luce del fatto che alcuni hanno delle lunghissime fedine penali?

Con ogni ossequio,
Marco Chiesa, Eros Mellini, Gabriele Pinoja, Pierre Rusconi