I partiti politici albanesi di Macedonia si sono mobilitati contro il rapporto presentato da Dick Marty al Consiglio d’Europa sul traffico d’organi in Kosovo alla fine degli anni ’90. Una mobilitazione che li mette dalla parte del premier kossovaro Hashim Thaci, con il rischio di un aperto conflitto con i loro alleati occidentali.

Dalla fine della guerra nei Balcani ogni volta che gli albanesi della Macedonia devono prendere una decisione sono soliti consultare i loro alleati occidentali. Questo ha creato un rapporto stretto che oggi viene messo a dura prova dal rapporto Marty. La questione cruciale per i partiti albanesi è come definire, in questo contesto, la propria posizione. Sino ad oggi non hanno mai preso il rischio di urtare le posizioni della comunità internazionale, loro alleata e sostenitrice. Ma nemmeno possono schierarsi contro Hashim Thaci.

Il rapporto di Dick Marty scuote nel profondo le strutture politiche del Kosovo e dell’Albania. In Macedonia si raccolgono firme contro il rapporto e il premier Thaci ha smentito tutte le accuse nei suoi confronti, minacciando di querelare il Consigliere agli Stati ticinese.
Dall’altra parte vi è la posizione degli Stati Uniti e dell’Unione europea: si deve guardare in faccia la realtà e indagare sino a scoprire la verità.
I responsabili politici albanesi della Macedonia non sanno da che parte stare. Il loro istinto è quello di sostenere Thaci, molti appartenenti a queste formazioni politiche hanno combattuto nell’esercito di liberazione del Kosovo e verso Thaci provano un naturale senso di alleanza. Invece il loro realismo politico suggerisce di posizionarsi in funzione degli interessi della Macedonia, ossia contro Thaci.

Il dilemma sembra non riguardare Ermira Mehmeti, membro della delegazione macedone presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
Da Tirana ha infatti dichiarato che “E’ necessario ed importante che la classe politica albanese difenda a Strasburgo una posizione comune nella battaglia diplomatica contro il rapporto di Dick Marty, che insulta tutte le istituzioni del Kosovo”.

(Fonte www.utrinski.com.mk)