“Il presidente del Consiglio non e’ in condizione di aprire una fase nuova: ne e’ anzi l’impedimento.
Nessuna partita si puo’ giocare a tempo scaduto”. In una lettera al Corriere della Sera, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, illustra i motivi del suo ‘no’ alla proposta di Silvio Berlusconi di un patto per la crescita.

Bersani non nasconde la sua prima impressione: se la proposta di Berlusconi “e’ un astuto diversivo per parlare d’altro, mostra di essere davvero tempestiva; se e’ sincera, suona singolarmente estemporanea! D’altra parte negli anni scorsi abbiamo imparato a nostre spese che Berlusconi ama gettare ponti quando e’ in difficolta’ per abbatterli un minuto dopo. Ma non amo divagare o scherzare quando finalmente si puo’ parlare di Italia”. Il segretario del Pd, dopo essersi soffermato sui problemi che affliggono il Paese, che si sono aggravati negli ultimi dieci anni, annuncia: “Mi predispongo a proporre, assieme al mio partito, una scossa riformatrice che riguardi assieme democrazia ed economia”.
E conclude: “Il presidente del Consiglio non e’ in condizione di aprire una fase nuova: ne e’ anzi l’impedimento.
Nessuna partita si puo’ giocare a tempo scaduto. Ormai il Paese non chiede al Presidente Berlusconi un programma: gli chiede un gesto. Mentre l’Italia perde drammaticamente la sua voce nel mondo ed e’ paralizzata davanti ai suoi problemi, se ci fosse da parte del Presidente del Consiglio la disponibilita’ a fare un passo indietro, tutti dovrebbero garantire, e ciascuno nel suo ruolo, senso di responsabilita’ ed impegno. Se questa non sara’ l’intenzione, il nuovo progetto per l’Italia dovra’ essere presentato agli elettori. Noi ci accosteremo a quella scadenza chiedendo a tutte le forze di opposizione di impegnarsi generosamente non ‘contro’ ma ‘oltre’; in una operazione comune, cioe’, di ricostruzione delle regole del gioco e del patto sociale, capace di suscitare, in un Paese sconfortato, un’idea di futuro”.

agi