L’esito dell’iniziativa popolare “per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi” rimane ancora incerto a sole due settimane dallo scrutinio. Il 47% delle persone interrogate dall’Istituto di ricerche Gfs.berna è favorevole al testo, il 45% contrario e il restante 8% non ha ancora deciso. Il margine d’errore dell’inchiesta è di 2,9 punti percentuali. Rispetto al primo sondaggio condotto per conto della SSR, i “no” aumentano e in Ticino e nei Grigioni italiano sono ora la maggioranza.

All’inizio di gennaio i favorevoli all’iniziativa erano il 52% e il contrari il 39%. Nell’indagine realizzata fra il 24 e il 29 gennaio invece il 37% ha dichiarato di voler votare sì “certamente” (38% nel primo sondaggio) e il 10% “tendenzialmente” (14%), il 37% è invece sicuro di mettere un no nell’urna (31%) e l’8% è propenso al no (8%).
Il fronte dei contrari non è cresciuto allo stesso modo nei vari gruppi di popolazione: sono soprattutto i pensionati, la base del PLR, le persone con un livello di formazione basso e quelle che vivono nelle regioni rurali che sono andati ad ingrossarne le fila.
Quanto alle differenze linguistiche, i “no” sono diventati la maggioranza nelle regioni italofone: 50% contro 34% ad inizio gennaio. I sostenitori dell’iniziativa sono scesi dal 59% al 38%. Il margine di errore è però di 6,9% punti percentuali per il Ticino e nei Grigioni italiano, dove sono state interrogate 200 persone.