Le rivelazioni degli abusi sessuali commessi da un operatore sociale 54enne su oltre 120 bambini handicappati hanno creato sconcerto e suscitato timori nelle famiglie di giovani disabili. Per porre fine alle speculazioni, oggi le autorità bernesi e di Appenzello esterno hanno reso noti i nomi degli istituti dove il pedofilo ha lavorato. L’inchiesta è complessa: durerà ancora mesi e vi lavoreranno un centinaio di collaboratori delle autorità penali bernesi.

Negli ultimi trent’anni, l’uomo è stato dipendente di nove strutture per handicappati. Nel canton Berna ha esercitato a Ins, Oberthal, Renan, Interlaken e Gümligen, ha precisato oggi l’Associazione degli istituti bernesi. In Appenzello esterno ha lavorato in due organismi: dal 1982 al 1987 a Urnäsch e poi fino al 1989 a Trogen, ha rivelato il consigliere di Stato Matthias Weishaupt. Nel cantone ha abusato di 38 ragazzi, una “cifra spaventosamente elevata”, ha aggiunto. Gli altri due istituti si trovano nel canton Argovia e in Germania.
Le vittime accertate in tutto sono 122, ma circa i tre quarti dei casi sono caduti in prescrizione. Allo stadio attuale delle indagini, la polizia cantonale bernese non intende fare altre rivelazioni. La popolazione si rivolge alla hotline aperta ieri, ha detto una portavoce senza altre precisazioni.

L’inchiesta intanto prosegue. Il pedofilo sarà tradotto davanti ad un tribunale al più presto a metà anno, secondo il procuratore Christof Scheurer.
La questione della prescrizione è complessa. Dal 1. ottobre 2002 gli atti sessuali con fanciulli sono perseguibili fino almeno al 25esimo anno di età della vittima, ma per i reati commessi prima vale il vecchio diritto. Le disposizioni sulla prescrizione sono state riviste più volte negli ultimi anni ed è difficile determinare quali vadano applicate ad ogni caso, ha spiegato il procuratore.