Quattro persone sono state uccise e altre venti ferite sabato 5 febbraio nel nord della Tunisia, nella città di Kef, quando le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco per respingere centinaia di manifestanti che lanciavano pietre e bottiglie incendiarie contro una stazione di polizia.

Secondo una fonte del ministero tunisino degli Interni, erano almeno un migliaio le persone che si erano radunate di fronte al commissariato per protestare contro gli abusi di potere del capo della polizia. Dopo la sparatoria gli agenti si sono giustificati dicendo di aver sparato sulle persone per impedire che entrassero all’interno dell’edificio, dove si trovavano molti agenti e dove sicuramente sarebbe stato compiuto un massacro. Il ministero dell’Interno ha ordinato l’arresto del capo della polizia.

In Tunisia, il dopo-Ben Ali è caratterizzato da frequenti scontri tra la popolazione e le forze dell’ordine. A Sidi Bouzid, la cittadina dalla quale lo scorso gennaio era iniziata la rivolta popolare che ha portato alla partenza del presidente Ben Ali, due poliziotti sono stati arrestati perchè sospettati di aver dato fuoco ad un commissariato, uccidendo due giovani che si trovavano all’interno in stato di fermo.