Stamane sulle pagine del Corriere del Ticino é apparso un lungo articolo della deputata in Gran consiglio Greta Gysin, dove espone il suo punto di vista. “Le ragioni degli oppositori dell’iniziativa sono deboli e un po’ ingenue, – scrive la Gysin – ma niente è irritante quanto l’argomento che i cac­ciatori e i tiratori sportivi non potranno più esercitare la loro passione liberamen­te”. La deputata de I Verdi scrive ancora nel suo articolo:”L’iniziativa recita testualmente: «La leg­ge disciplina le esigenze e i dettagli, in par­ticolare per: a. le professioni in cui la ne­cessità è implicita nel compito da svolge­re; b. il commercio di armi a titolo profes­sionale; c. il tiro sportivo; d. la caccia; e. il collezionismo di armi». L’argomento non si limita quindi ad essere debole: è addi­rittura palesemente falso. Cacciatori, col­lezionisti e tiratori sportivi dovranno sì iscrivere le proprie armi in un registro (e ci mancherebbe altro!), ma potranno con­tinuare tranquillamente a possederle.
Un sistema democratico ha bisogno di tra­sparenza e verità: sulla base di informa­zioni false non si possono creare altro che opinioni traviate e la democrazia si svuo­ta del suo senso. In altre parti del mondo si perde la vita nella lotta per la demo­crazia o per più libertà. Alcuni tra noi so­no talmente abituati ad averle che non disdegnano di maltrattarle pur di non per­dere un confronto politico”.

Affermazioni che hanno un certo peso, che abbiamo ritenuto di chiarire, nell’interesse dei votanti. Abbiamo quindi chiesto a Norman Gobbi, membro del comitato della Svizzera Italiana contro l’iniziativa armi, una sua opinione in merito. Ecco quanto Gobbi ci ha scritto oggi a nome del comitato contrario:

“Abbiamo letto con attenzione l’articolo di Greta Gysin sull’iniziativa armi e le sue posizioni rispetto agli argomenti del NO. La tattica del “fumo negli occhi” gettato continuamente dai promotori dell’iniziativa, si ripresenta anche nel testo della deputata verde: “Solo le armi d’ordinanza sono toccate, mentre le altre no”.

Dando dei bugiardi ai contrari che affermano che “tutte le armi sono coinvolte”, la stessa deputata verde ammette che sono previste delle eccezioni per cacciatori, tiratori e collezionisti. Appunto l’aspetto delle “eccezioni” dimostra come l’iniziativa tocchi tutte le armi, visto che le armi militari sono quelle d’ordinanza, e se cacciatori, tiratori sportivi e collezionisti – che non usano armi militari – devono richiedere eccezioni, cade allora la cortina di fumo montata dai promotori: “tutte le armi sono toccate dall’iniziativa!”.

Mettere il focus sull’Esercito e l’arma d’ordinanza è – ahinoi – come sparare sulla “croce rossa”, viste le numerose difficoltà mediatiche e non che la nostra milizia sta vivendo. Questo l’han ben capito i fautori dell’iniziativa, che si dimenticano di dire che l’iniziativa vuole introdurre della “clausola del bisogno” per il possesso di un’arma da fuoco, quindi di tutte le armi da fuoco. Le eccezioni previste ma non specificate sono una cambiale in bianco, che non siamo disposti a firmare. Sul fatto del registro centrale, ricordiamo come già oggi le armi sono registrate cantonalmente, particolarmente quelle di cacciatori e tiratori.
In gioco ci sono però le nostre Libertà, perché se la libertà diventa un’eccezione come proposto dall’iniziativa, significa togliere fiducia e responsabilità alle cittadine e ai cittadini svizzeri, onesti e rispettosi delle Leggi.

Non siamo disposti a farci mettere sotto tutela, prendendoci per irresponsabili e bugiardi. Bugiardo è chi ha montato tutta la campagna a favore su statistiche le cui basi scientifiche sono discutibili. Bugiardo è chi mostra solo un aspetto della proposta in votazione, senza evidenziare che tutti noi saremo toccati da questa limitazione di libertà, senza che la sicurezza ne tragga beneficio alcuno. Bugiardo è chi afferma che solo le armi militari sono toccate, mentre anche il vecchio fucile del nonno appeso nel grottino sarà sequestrato qualora l’iniziativa malauguratamente passasse.

Idee a confronto

Simoneschi-Cortesi ha affermato che “anche una sola vita salvata, vale la perdita di un po’ di libertà”, ma noi stiamo con Benjamin Franklin che affermò: “Chi è pronto a cedere le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza”.
Domenica prossima diamo una risposta responsabile e di fiducia nelle cittadine e nei cittadini svizzeri: NO all’iniziativa sulle armi.