Il problema della violenza giovanile ritorna, purtroppo, regolarmente di attualità anche in Ticino. Alludendo alle cause di questo preoccupante fenomeno, c’é chi parla della necessità di rafforzare i controlli, di repressione, e di sensibilizzazione un po’ a tutti i livelli.
Tutte vie condivisibili e senza dubbio lodevoli anche se, a parer mio, la chiave per risolvere, o perlomeno per alleviare il problema, consiste nel riuscire a trasmettere ai giovani i veri valori della vita.


Penso ad esempio al rispetto degli altri e della loro integrità fisica e psichica, all’amicizia (quella vera e quindi disinteressata), al senso di responsabilità delle proprie azioni, alla ponderazione e alla contestualizzazione delle varie situazioni della vita per evitare reazioni sproporzionate. I giovani, indigeni o stranieri che siano, devono imparare a riflettere, a riacquisire il giusto ritmo nell’agire quotidiano.
Quel ritmo fatto anche di riflessione, di attesa e di rinuncia allo scontro, piuttosto che di incosciente e spiccato senso di sfida a tutti i costi, indipendentemente dalla posta in palio.

Ora, la domanda che ci si deve porre è la seguente: a chi spetta il compito di trasmettere i veri valori ? Anche qui siamo diventati un po’ tutti specialisti nel trovare scappatoie per ribaltare le responsabilità sugli altri: i genitori colpevolizzano la scuola, la scuola rimanda le accuse ai genitori, poi si chiamano in causa le istituzioni e infine l’intera Società.

Il problema è parecchio complesso anche perché siamo sempre più confrontati con culture, mentalità e stati sociali molto diversi. Di fronte a questo quadro variopinto e un po’ inquietante, il ruolo principale di educatore (nel senso più nobile del termine) spetta ancora alla famiglia. I genitori, possibilmente uniti in questa difficile missione, rappresentano il perno per far conoscere innanzitutto le regole sociali, per farle rispettare e per far riaffiorare, almeno nei bambini e negli adolescenti, quel minimo di rispetto verso il prossimo.

Saper ascoltare, essere prudenti e distinguere i modelli positivi da quelli negativi può essere un primo, fondamentale, passo verso un progressivo miglioramento delle future generazioni. La realtà attuale presenta invece casi in cui, già in prima elementare, i docenti non riescono a far rispettare in classe le regole comportamentali minime per una convivenza proficua in gruppo. E questo deve far riflettere…

Sementina, 11 febbraio 2011

Graziano Crugnola
Municipale PLR di Sementina e candidato PLR al Gran Consiglio