“La seconda ondata di precipitazioni che sta colpendo attualmente lo Sri Lanka è peggiore che quella delle scorse settimane – ha sottolineato martedì scorso in conferenza stampa a Ginevra Elisabeth Byrs, portavoce dell’Ufficio del coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite.

Stando alle cifre ufficiali, quasi 1 milione e 400mila persone sono state colpite dalle terribili inondazioni. 200mila sono state evacuate nei circa 700 centri di accoglienza allestiti dopo la prima ondata di precipitazioni lo scorso gennaio. Il numero delle vittime si può dire limitato: 14 morti e poche decine di feriti.

“Il Centro di gestione delle catastrofi dello Sri Lanka fa del suo meglio – ha aggiunto Byrs – ma le risorse a disposizione sono sempre più esigue. Inoltre le operazioni di soccorso sono rese difficoltose dall’allagamento delle strade e dalla mancanza di barche, battelli ed elicotteri per raggiungere i centri isolati.”

Dei 50 milioni di dollari richiesti dopo le inondazioni di gennaio, le Nazioni Unite hanno sinora raccolto 7.5 milioni, una cifra insufficiente per far fronte al disastro. Vista l’ampiezza dei danni è probabile che nemmeno 50 milioni basteranno per affrontare le nuove necessità, in particolare l’eventuale spostamento di centinaia di migliaia di persone nel caso i bacini di contenimento delle acque dovessero minacciare di cedere. Senza dimenticare l’emergenza alimentare: l’acqua ha sinora distrutto un terzo del raccolto di grano del paese.