L’Unione europea chiede alle autorità libiche di fermare “subito” le violenze contro i manifestanti. Lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera della Ue Catherine Ashton, al suo arrivo al Consiglio esteri.

La Libia e’ ormai “territorio di guerra” e i morti delle proteste degli ultimi giorni sono saliti a 285, secondo quanto riporta il sito di Lybia al Youm, con circa un migliaio di persone ferite. Secondo Human Rights Watch sarebbero invece solo 173 le vittime con 900 feriti. Solo oggi le vittime sarebbero una trentina. Anche oggi teatro del massacro e’ stata la citta’ di Bengasi, la seconda maggiore citta’ libica, dove centinaia di persone si sono ritrovate sulla piazza antistante il tribunale all’indomani di una giornata di sangue in cui le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco contro i manifestanti durante un corteo funebre organizzato per le vittime.

Secondo i racconti di testimoni oculari i sostenitori di Gheddafi avrebbero lanciato granate Rpg sui protestanti a Bengasi mentre i manifestanti avrebbero usato macchine piene di esplosivo per cercare di entrare in un compound militare. Fonti ospedaliere hanno riferito che neanche gli ospedali della seconda citta’ libica sarebbero ormai sicuri. Una dottoressa interpellata da Al Jazira ha fatto sapere che un bambino di otto anni sarebbe stato colpito alla testa. Proteste anche nella citta’ di Misrata, a 200 chilometri da Tripoli, dove le forze di sicurezze libiche sarebbero state affiancate da mercenari africani che avrebbero sparato indiscriminatamente sulla folla.

E mentre dal Libano e dalla stessa Al Jazira arrivano accuse che la Libia avrebbe tentato di oscurare tutte le telecomunicazioni con potenti apparecchiature di interferenza dei satelliti, l’Ue ha riferito di vere e proprie “minacce” arrivate da Tripoli che avrebbe convocato oggi l’ambasciatore ungherese, presidente di turno dell’Unione, per riferire che il Paese non e’ piu’ disposto a collaborare sul fronte dell’immigrazione se l’Europa continuera’ a sostenere i manifestanti. Minacce simili, ha sempre riferito l’ambasciatore, sarebbero arrivate anche ad altre rappresentanze Ue in Libia. (agi)