A seguito della crisi libica il prezzo del petrolio è salito in maniera esponenziale (il Brent a 105.78 dollari il barile). Gli operatori del settore sono preoccupati perchè oltre la metà dei paesi maggiori esportatori di petrolio stanno attraversando disordini sociali e politici considerevoli.

Arabia Saudita (produce 8.2 milioni di barili di petrolio al giorno) : il paese non è ancora toccato dall’ondata di ribellione partita dal Nord Africa ma la sua stabilità suscita preoccupazione : la salute del re, rientrato oggi in patria dopo un mese di convalescenza in Marocco, è fragile e il paese è minacciato costantemente dai gruppi terroristi che a intervalli regolari colpiscono con attacchi e attentati la capitale del regno, Ryad. La società saudita è una delle più chiuse della regione e soffre di problemi simili a quelli dei paesi vicini : disuguaglianza sociale, corruzione e un regime autoritario.

Iran (3.8 milioni di barili al giorno) : dal 2009 la popolazione iraniana scende in piazza a manifestare e viene suramente repressa. Il presidente Mahmoud Ahmadinejd, la cui rielezione è contestata da opposizione e manifestanti, usa il pugno di ferro per tenere a bada chi si pone ocntro il regime. Con la stessa frequenza con cui minaccia di cancellare Israelele dalla faccia della Terra (cioè spesso) Ahmadinejad minaccia di interrompere le esportazioni di petrolio per rappresaglia contro le sanzioni imposte all’Iran dalla comunità internazionale. L’Iran raffina poco il suo greggio ed è assai dipendente dall’esportazione, il che rassicura i mercati malgrado l’esuberanza bellicosa del presidente iraniano.

Iraq (2.4 milioni di barili al giorno) : la produzione di petrolio è relativamente stabile ma preoccup ala situazione politica dle paese, soprattutto perchè nelle ultime settimane sono aumentati gli attentati contro impianti petroliferi.

Libia (1.8 milioni di barili al giorno) : la Libia ha un notevole peso sulle forniture di petrolio all’Europa e dall’inizio delle rivolte la produzione è fortemente perturbata. Preoccupa anche la fornitura di gas per la chiusura di un gasdotto fra la Libia e l’Italia. Le maggiori compagnie petrolifere stanno interrompendo la produzione e stanno lasciando il paese. Il timore che il paese sprofondi nel caos per un lungo periodo alimenta l’aumento dle prezzo del greggio.

Algeria (1.3 milioni di barili al giorno) : l’Algeria, paese governato dalla dittatura dei generali, sta attraversando un periodo di movimenti di contestazione la cui portata non pare ancora preoccupante. Tuttavia nel paese la tensione è altissima e lo scoppio improvviso di una rivolta ben peggiore a quella di Tunisia ed Egitto non è da escludere. Per l’Europa sarebbe un grave problema in quanto l’Algeria era lo scenario pensato per sostituire le importazioni di gas e petrolio dalla Russia.

(Fonte: L’Express.fr)