I soccorritori neozelandesi stanno lavorando incessantemente per cercare di salvare le persone ancora intrappolate sotto le macerie a Christchurch, che ieri è stata colpita da un sisma di magnitudo 6.3 sulla Scala Richter. Al momento il bilancio è di 75 morti e 300 feriti, il peggior terremoto del paese, in termini di vittime, degli ultimi 80 anni.

Con i suoi 340mila abitanti, Christchurch è la seconda maggiore città della Nuova Zelanda. Specialisti nelle ricerche dei sopravvissuti sono giunti con unità cinofile da Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna, Corea del Sud, Taiwan e Australia.
Chi è intrappolato segnala la sua posizione inviando messaggi dai telefoni cellulari, urlando e picchiando colpi per farsi sentire. Il lavoro delle squadre è reso difficile dalle continue scosse di assestamento. Non di rado i soccorritori devono amputare braccia o gambe per poter estrarre i sopravvissuti bloccati sotto le macerie. Le ricerche sono state abbandonate laddove si ritiene non vi sia più nessuno ancora in vita, come il palazzo che ospitava la sede dell’emittente televisiva Canterbury Television e una scuola di lingue per gli studenti stranieri

Il terremoto che ha colpito Christchurch si è verificato martedì alle 12h51 ora locale, con epicentro a 5 chilometri dalla città e ad una profondità di appena 4 chilometri. Christchurch era stata colpita da una scossa di magnitudo 7 sei mesi fa, ma allora non vi erano state vittime in quanto la sua profondità era ben maggiore.
La Nuova Zelanda si trova sulla cosiddetta Cintura di fuoco, alla frontiera delle placche tettoniche australiane e del Pacifico. Sono circa 15mila le scosse sismiche che vi si registrano ogni anno.