È noto che negli ultimi decenni la stazione internazionale di Chiasso è stata progressivamente ridimensionata, con un’impressionante soppressione di posti di lavoro.

Diversamente da quanto a suo tempo prospettato per le Officine di Bellinzona, l’occupazione a Chiasso è stata ridotta in modo graduale e sull’arco di un periodo relativamente lungo, ciò che ha purtroppo permesso di eliminare oltre cinquecento posti di lavoro senza troppo clamore.

Le conseguenze di tale agire sono tuttavia state particolarmente pesanti, soprattutto in termini di perdita di servizi, di attrattiva, di indotto e di occupazione per l’intera Regione.

Ancora in questi giorni, a dispetto di investimenti realizzati e prospettati negli impianti di Chiasso, hanno cominciato a manifestarsi inquietanti segnali di ulteriori drastici ridimensionamenti, in particolare nel settore dell’officina carri.

Se ciò si verificasse, assisteremmo ad ulteriori pesanti quanto inaccettabili ricadute negative sia per l’occupazione alla stazione internazionale di Chiasso – nel settore specifico delle Officine, ma di riflesso anche in altri settori quali lo Smistamento e le attività amministrative – sia per l’intero Distretto.

Di fronte a simili inquietanti prospettive per una Regione già pesantemente segnata dalle conseguenze della crisi economico-finanziaria in atto e da un continuo smantellamento di impieghi da parte di aziende di sevizio pubblico, la politica non può più assolutamente stare a guardare, ma deve agire in modo rapido ed efficace, non solo per evitare ulteriori tagli, ma per incentivare una reale inversione di tendenza.

Occorre effettivamente ricominciare a parlare di sviluppo e di rilancio della stazione internazionale di Chiasso, nell’interesse dell’intera Regione, del Cantone e per il futuro dei nostri giovani.

Le potenzialità per un tale sviluppo non mancano, come rilevato anche nell’ambito di un recente studio sugli stabilimenti industriali FFS di Bellinzona, commissionato dal Consiglio di Stato alla SUPSI.

Concrete possibilità di rilancio operativo e occupazionale posso in particolare essere individuate a breve termine nello smaltimento a Chiasso di parte dell’elevato carico di lavoro delle Officine di Bellinzona, che hanno ormai raggiunto la saturazione. Ciò consentirebbe di mantenere posti di lavoro qualificati alla stazione di Chiasso e costituirebbe un primo passo verso la realizzazione di un centro di competenza cantonale in materia di trasporto e mobilità ferroviaria, permettendo per esempio di acquisire incarichi per la manutenzione dei treni FLIRT della TILO, così come di sviluppare il ruolo strategico di Chiasso quale nodo ferroviario internazionale al benefico di una collocazione privilegiata sull’asse Nord-Sud, proprio a ridosso del confine.

Per arrestare l’erosione di posti di lavoro e per far decollare l’auspicata inversione di tendenza è tuttavia indispensabile agire con urgenza e scongiurare in ogni caso il temuto ridimensionamento delle officine FFS Cargo di Chiasso.

Un’azienda di servizio pubblico come le FFS non può del resto ignorare le giustificate esigenze di un’intera Regione, a maggior ragione quando come in concreto sussistono presupposti strategici, operativi, economici e finanziari tali da rendere chiaramente sostenibile non solo il mantenimento, ma anche il rilancio di un’importante e storica struttura ferroviaria quale quella di Chiasso.

Tutto ciò premesso, richiamato l’art. 140 della Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato

Chiediamo

1. Il Consiglio di Stato è al corrente del concreto pericolo di un drastico ridimensionamento delle Officine FFS Cargo di Chiasso?

2. Condivide il Consiglio di Stato le preoccupazioni per le ripercussioni negative che una simile eventualità inevitabilmente avrebbe per l’intera Regione?

3. Non ritiene il Consiglio di Stato che una simile decisione da parte delle FFS andrebbe anche a compromettere la realizzazione del centro cantonale di competenze prospettato nello studio della SUPSI?

4. Non ritiene il Consiglio di Stato di dover intervenire tempestivamente nei confronti delle FFS per scongiurare il pericolo di un ridimensionamento delle Officine FFS Cargo di Chiasso e per promuovere nel contempo un effettivo rilancio di questa stazione internazionale, nel contesto anche della realizzazione di un centro cantonale policentrico e polifunzionale di competenze nella manutenzione?

Con il migliore ossequio

Luca Pagani, Edo Bobbià, Fabio Canevascini, Milena Garobbio, Marco Rizza, Ivan Belloni, Luca Beretta Piccoli, Luciano Canal, Alessandro Del Bufalo, Giovanni Jelmini, Rodolfo Pantani e Corrado Solcà.