Da una decina d’anni il Ghana è la pattumiera dell’Europa per quanto riguarda vecchi computer e monitor rotti. Secondo l’agenzia che nel paese africano si occupa della tutela dell’ambiente, ogni anno ne vengono scaricati nei porti decine di migliaia di tonnellate.

Siccome gli apparecchi entrano nel paese come “prodotti di seconda mano” e non come “prodotti di scarto”, al loro arrivo nei porti i container non possono essere respinti e di conseguenza gli apparecchi sono trasportati nelle vaste discariche a cielo aperto alla periferia delle città costiere, in particolare ad Accra, la capitale.
In queste discariche ogni giorno si aggirano centinaia di bambini e di adolescenti alla ricerca di prodotti da riciclare. Non solo pezzi di ricambio ma soprattutto rame, un metallo assai richiesto dal mercato. Per estrarlo cercano i cavi degli apparecchi e bruciano la plastica.
Un procedimento che riempie il cielo di colonne di fumo nero, puzzolente e tossico. Un fumo che entra anche nei loro polmoni, causando danni fisici rilevanti. Oltre all’inquinamento dell’aria, l’esposizione prolungata ai metalli pesanti e ai fumi velenosi provoca a questi ragazzini disturbi a lungo termine, come difficoltà respiratorie, ritardi nella crescita e persino danni al sistema nervoso.

L’appello che l’agenzia per la protezione dell’ambiente ha lanciato all’attenzione del governo del Ghana rimane inascoltato. L’introito economico che deriva dall’essere la pattumiera dell’Europa rende bene, tanto bene da far passare in secondo piano tutti gli “effetti collaterali”.

(Fonte: Ouest-France.fr – fotografia: Andrew McConnell)