Quali i problemi in merito alla parità di trattamento delle famiglie e quali gli spazi di manovra effettivi del Cantone?

Il Consiglio di Stato del Canton Neuchâtel ha presentato ieri, giornata internazionale della donna, una serie di misure fiscali per le famiglie del ceto medio e tra esse la deduzione dei costi effettivi di custodia dei figli fino a 14 anni nel caso in cui la madre svolge un’attività lucrativa.

La misura non è particolarmente originale, visto che una relativamente recente modifica della Legge federale sull’armonizzazione delle imposte dirette dei Cantoni e dei Comuni (LAID) impone ai Cantoni una riforma in questa direzione entro il 2013 (art. 72l LAID), considerato che per l’imposta federale diretta essa è già in vigore dal 2011 (deduzione massima di fr. 10’000 per tutti i contribuenti).

Con la presente interrogazione rivolgiamo alcune domande al Consiglio di Stato che permettano di mettere a fuoco alcune questioni problematiche inerenti l’applicazione di questo provvedimento a favore delle famiglie. In particolare le domande tendono a chiarire chi sarebbero i maggiori beneficiari di questa misura di deduzione fiscale classica e quali potrebbero, se date, le strade alternative possibili per evitare che essa si traduca in un concreto beneficio solo per una minoranza di contribuenti, instaurando quindi una disparità di trattamento tra famiglie di ceti diversi. Non va infatti misconosciuto il fatto che una deduzione di fr. 10’000 su un imponibile di fr. 50’000 produce un risparmio di imposte cantonali e comunali effettivo decisamente inferiore alla stessa deduzione applicata, per esempio, ad un imponibile di fr. 130’000.

1. Quante famiglie beneficeranno della deduzione sopra descritta già in vigore per l’imposta federale diretta dal 2011?
2. E’ possibile averne una stratificazione per categorie di reddito?
3. Considerato che in Ticino il 58% dei contribuenti coniugati ha un imponibile sotto i fr. 60’000 (cfr. Rendiconto 2009) una deduzione classica ai fini delle imposte cantonali e comunali, dell’importo massimo ancora da definire, non arrischia di privilegiare le famiglie abbienti piuttosto che le famiglie di reddito modesto e medio?
4. Per ovviare a questo fenomeno paradossale tipico della socialità fatta tramite il sistema fiscale, sono pensabili massimi di deduzione diversificati in base al reddito imponibile?
5. E’ pensabile una implementazione di questa misura sotto forma di credito d’imposta, quindi di una deduzione di una cifra fissa dall’imposta dovuta piuttosto che come deduzione dall’imponibile classico, misura più favorevole ai ceti modesti e medi, più numerosi?

Con osservanza.
Manuele Bertoli
Werner Carobbio
Francesco Cavalli
Pelin Kandemir Bordoli
Carlo Lepori
Marco Marcozzi
Chiara Orelli