La misura serviva a compensare l’aumento dei costi dell’alloggio e della cassa malati

Per il Partito Socialista e per i sindacati esiste un importante problema salariale in Ticino. Il ritardo salariale rispetto al resto della Svizzera cresce, indebolendo sempre più il potere d’acquisto delle famiglie residenti in Ticino: il ritardo sul salario mediano mensile tra il 1998 e il 2008 è infatti cresciuto di 200 Fr e percentualmente il ritardo è salito dal 12,8% al 14,4%.

Fa specie costatare come i partiti borghesi e la Lega non si curino minimamente di tale importante problema dei Ticinesi. Essi hanno respinto nel 2010 la proposta del PS a favore di un’indennità cantonale di famiglia pari a 1’500 Fr annui e in data 14 marzo 2011 hanno pure bocciato l’indennità di residenza a favore dei lavoratori residenti in Ticino (Fr. 200 mensili per chi ha figli e Fr. 50 mensili per chi non ne ha). L’indennità di residenza avrebbe favorito in particolare la crescita del reddito per i salariati delle fasce basse e medie. Lo scopo precipuo dell’indennità di residenza era di compensare la crescita dei costi dell’alloggio e della cassa malati per i salariati residenti in Ticino: per questo l’indennità di residenza non sarebbe stata versata ai lavoratori residenti oltre confine. Ovviamente questa indennità di residenza andava concretizzata a tappe (su 4 anni) in modo da assorbire gradualmente il maggior costo salariale per i datori di lavoro in Ticino, cosa certo non insormontabile, dato che il maggiore costo sulla massa salariale sarebbe stato dell’1% (0,25% annuo) e che essi pagano salari molto inferiori alla media svizzera!

L’approccio del PS e dei sindacati è quindi opposto a quello della Lega, che vuole diminuire gli stipendi dei frontalieri: per noi occorre aumentare i redditi dei lavoratori residenti, chiamando al finanziamento in modo solidale tutti i datori di lavoro, compresi quelli che assumono solamente frontalieri.