Gli Accordi Bilaterali sono una risposta adeguata per non rimanere isolati – geograficamente ed economicamente – in mezzo ai grandi Stati dell’Unione Europea. La nostra piccola Svizzera ha bisogno di mantenere delle relazioni con il resto d’Europa per non rischiare un’implosione su se stessa. Certo, gli Accordi Bilaterali hanno comportato anche qualche svantaggio, soprattutto nel nostro Cantone di frontiera.

Sono molti i frontalieri che valicano il confine per venire a lavorare in Ticino. Le statistiche però dimostrano che dobbiamo considerare i frontalieri anche come una risorsa a cui non possiamo fare a meno. Non dimentichiamo infatti che in totale in Ticino vi sono all’incirca 12’000 persone in cerca di lavoro. I 48’000 frontalieri non “rubano” quindi tutti posti di impiego ai ticinesi dato che rimarrebbero circa 36’000 posti di lavoro inoccupati. Cosa succederebbe allora all’economia ticinese? In alcuni settori, ad esempio in quello sanitario, i frontalieri sono una risorsa necessaria per far funzionare i nostri ospedali e le nostre cliniche. Senza di loro bisognerebbe diminuire l’offerta chiudendo le corsie degli ospedali. Ciò che invece si potrebbe migliorare sono i contratti collettivi in altri settori, come ad esempio in quello dell’edilizia, per evitare il dumping salariale e fare controlli più approfonditi per tutelare la concorrenza sleale o il ricorso alla manodopera in nero.

Per quanto concerne invece la problematica della microcriminalità la percezione soggettiva dei ticinesi, dopo le ultime rapine nel Mendrisiotto, è sicuramente peggiorata. Oltre che ritornare a presidiare i valichi – come proposto dal PPD proprio alcune settimane fa – è necessario dotare le forze dell’ordine di strumenti più moderni ed efficienti e un maggior numero di effettivi che collaborino ancora di più con le altre forze dell’ordine, quali le guardie di confine.

Valentina De Bianchi
Candidata PPD+GG al Gran Consiglio nr. 61