A Fukushima la radioattività raggiunge le acque marine e contamina pesci e conchiglie: un ulteriore disastro in uno scenario già apocalittico: in Giappone i prodotti ittici sono una parte essenziale dell’alimentazione.

Martedì la società Tepco, fornitrice di energia elettrica alla centrale nucleare di Fukushima, ha confermato che livelli anomali di radioattività sono stati rilevati nell’acqua di mare vicino alla centrale nucleare. I tassi di iodio 131 e di cesio 134 sono rispettivamente 126.7 e 24.8 volte più alti di quanto stabilito dalle norme governative.

A causa dello tsunami che ha distrutto tutte le imbarcazioni, l’attività dei pescatori nella prefettura di Fukushima non è ancora ripresa. A questo punto si può pensare che il settore resterà fermo per un tempo ancora impossibile da stabilire.
Secondo l’agenzia di stampa giapponese Jiji, il ministero della Scienza procederà da domani a diversi test in mare in otto differenti zone sino a 30 chilometri dalla costa di Fukushima. Il ministero della Sanità ha chiesto alle prefetture di Chiba e Ibaraki, a est di Tokyo, di intensificare i controlli sui pesci e sui molluschi pescati lungo la costa.