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L’ex partitone, visibilmente terrorizzato dall’idea di perdere parte del potere troppo a lungo (mal)esercitato, e di conseguenza di disporre di meno “cadreghe”, mandati e prebende da distribuire tra i propri accoliti – ché tale è sempre stato l’unico fine dell’attività politica del Plr – rasenta ora livelli che oscillano tra il patetico ed il ridicolo.

L’ex partitone a ragione teme che il 10 aprile i cittadini ticinesi vogliano finalmente voltare pagina, ritenendo che 120 anni di maggioranza sempre più relativa del Plr siano sufficienti, e che, dopo oltre un secolo di gestione clientelare, in questo Cantone potrebbe anche essere ora di tentare qualcosa di diverso.

Ricordiamo infatti che negli ultimi 40 anni, il Plr ha dimezzato i propri consensi alle elezioni governative. Il rischio di rimanere con un solo Consigliere di Stato suscita ora tali attacchi di panico da riunire in extremis sotto lo stesso tetto a Bellinzona, assieme al presidente Gianora, due nemici giurati quali Giorgio Giudici e Gabriele Gendotti. Quest’ultimo evidentemente ignora ciò che Giudici dice di lui ad esempio durante le sedute municipali di Lugano; in caso contrario l’estemporaneo – ed interessato – “tandem” andrebbe al di là di ogni umana decenza.

Il fatto che Gendotti non abbia altri argomenti contro la Lega se non la difesa delle indifendibili sentenze del Tribunale amministrativo emesse contro l’interesse di questo Paese e dei suoi abitanti, la dice lunga sullo stato confusionale in cui sono precipitati i due partiti, radicale e liberale, giunti al capolinea di un matrimonio d’interessi ormai allo sfascio.
Quanto a prese di posizione che insultano l’intelligenza della gente, trattasi di un campo in cui Gendotti non ha bisogno di prendere lezioni da nessuno: ultima in ordine di tempo la castroneria di Faido secondo la quale – Gendotti dixit – se la Lega acquistasse due seggi in governo, il Ticino diventerebbe un “Cantone fascista”.
Che una persona con una mentalità di questo tipo sia stata per oltre un decennio ministro dell’Educazione è davvero un insulto all’intelligenza della gente.

Fanno poi sorridere le dichiarazioni di Giorgio Giudici, il quale stigmatizza la presunte soluzioni estemporanee e non praticabili che la Lega a suo dire proporrebbe.
Un campo, quello delle soluzioni estemporanee, che il sindaco di Lugano conosce assai bene.
Si dà però il caso che le soluzioni proposte dalla Lega siano impraticabili solo nella misura in cui i partiti $torici vi si sono sempre pervicacemente opposti, con l’unico argomento che non bisogna MAI dare ragione all’odiata Lega. Ma adesso, a mezzanotte meno cinque, davanti alla prospettiva di perdere parte del potere, tentano goffamente di copiarle.

Di certo le proposte della Lega non sono estemporanee, essendo il programma del nostro Movimento chiaro da due decenni: priorità ai Ticinesi nell’ambito lavorativo e nella socialità, frontiere impermeabili e sempre sorvegliate, espulsione certa ed immediata per gli stranieri che delinquono e che abusano del nostro Stato sociale, meno sudditanza nei confronti di Berna, nessuna accoglienza a clandestini e rifugiati economici.

Estemporanei sono invece i tentativi dei partiti $torici di appropriarsi di questi temi, tentando di cavalcarli – male – in funzione elettorale, dopo averli sistematicamente denigrati come “populisti” e “razzisti”.
Non migliore figura la fa Laura Sadis (la ministra dell’Economia che fa chiudere i negozi il 19 marzo e nasconde i tesoretti sotto il materasso per non procedere a sgravi fiscali) sul Corriere del Ticino di lunedì, auspicandosi una scelta di continuità a vantaggio del Plr: in altre parole continuità nel clientelismo, nella politica delle frontiere spalancate, nella svendita di quel poco che resta del nostro benessere e della nostra sicurezza sull’altare di deleteri accordi internazionali che i votanti ticinesi hanno sempre massicciamente rifiutato. E tuttavia adesso si pretende che i cittadini ticinesi vadano a votare per politici Plr che tali accordi, in barba alla volontà popolare chiaramente espressa, li sostengono a spada tratta; anzi, magari vorrebbero pure andare oltre.

Che poi la direttrice del DFE, ministra del Plr, ossia di due partiti (liberale e radicale) che non vanno d’accordo su nulla, che passano il tempo ad impallinarsi a vicenda (come ben hanno dimostrato anche questi lunghi mesi di campagna elettorale) completamente dimentichi dell’interesse del paese, che rimangono uniti solo per potersi spartire una torta sempre più magra, abbia il coraggio di inventarsi una “schizofrenia leghista”, denota o totale mancanza di senso del ridicolo, o preoccupante mancanza d’intelligenza.

Lega dei Ticinesi