Il 23 marzo 2011 è scomparso Josè Arguelles, lo scrittore e professore universitario americano che fra i primi aveva divulgato la profezia degli antichi Maya sul 21 dicembre 2012.


La profezia dei Maya si basava sul calendario che considerava l’esistenza di 5 ere cosmiche, ognuna della durata di 5125 anni, ognuna corrispondente ad una civiltà ed ognuna conclusa con un devastante disastro ambientale.
La nostra era, iniziata nel 3113 a.C. è la quinta ed detta “dell’Oro”. Terminerà il 21 dicembre 2012, quando dovrebbe iniziare una sesta era, che però il calendario Maya non menziona (da qui l’idea – comunque sbagliata – che il mondo finirà in quei giorni).
Un’idea sbagliata, quella della distruzione delle vita sul nostro pianeta, incoraggiata anche da molti astronomi e studiosi, i quali prevedono che tra il 21 e il 23 dicembre 2012 (i famosi tre giorni menzionati anche nella profezia di Padre Pio) si dovrebbe verificare l’inversione del campo magnetico terrestre, un evento così potente che sconvolgerà l’intero pianeta.

Professore di storia dell’arte presso diverse università americane, Arguelles aveva lasciato l’insegnamento negli anni ’80 per dedicarsi a tempo pieno alla divulgazione delle credenze legate alle profezie Maya. Non a caso era considerato uno dei maggiori esponenti della cultura New Age.
Il suo libro del 1987 “Il fattore Maya” è ancora oggi considerato un best seller di questa corrente di pensiero. Tradotto in 23 lingue, il libro analizza la storia del ciclo della civiltà umana dal punto di vista Maya e illustra i motivi, scientifici ed astronomici per cui il 21 dicembre 2012 la Terra sarà interessata da eventi sconvolgenti.

All’umanità Arguelles dava però una possibilità di salvezza. In un’intervista aveva infatti dichiarato che “Il 2012 potrebbe essere la fine del tempo, l’inferno in Terra per l’umanità, se non prendiamo coscienza della vera natura del tempo. Oppure, se l’umanità farà la scelta giusta potrebbe essere l’alba di un autentico Paradiso in Terra.”