Abbiamo discusso con Renza De Dea, candidata al Consiglio di Stato per la Forza Civica, su alcuni temi cantonali.


TicinoLive: Quali le politiche da attuare per favorire o migliorare l’occupazione giovanile?

Renza De Dea: In primo luogo dobbiamo preparare i nostri giovani, orientandoli sulla richiesta del mercato aziendale, poiché ad una precisa richiesta deve seguire un’ adeguata risposta. Domanda ed offerta devono collimare. Orientamento ancora più mirato. Scolarizzazione che tenga conto del problema e che lo risolva, adeguandone la preparazione. Quindi sono favorevole alla scolarizzazione fino a 18 anni, in modo che sia immediatamente seguita dalla parte pratica e di apprendimento della professione scelta. Ciò permetterebbe al giovane di essere più informato sulla professione, più sicuro di sé stesso e di avere più elementi per operare una scelta idonea.

TL: Quale è la sua visione sulla promozione del turismo nel nostro cantone? Come intenderebbe agire in futuro per la promozione sia a livello locale che cantonale?

RDD: Il turismo è una delle nostre ricchezze e come tale va mantenuta, protetta, migliorata ed incrementata.
Per il futuro dobbiamo agire ora, essere lungimiranti per i problemi che possono manifestarsi da una parte e per le migliorie che possiamo operare dall’altra. A livello locale dobbiamo controllare e migliorare la qualità dei servizi, aumentare e variare l’offerta in modo creativo ed attrattivo, organizzare le infrastrutture, penso soprattutto alla qualità degli alberghi. A livello cantonale dobbiamo insistere per ottenere le aperture dei negozi, in modo soddisfacente (orari la sera e le domeniche) per lasciare massima libertà al turista, per far si che il suo shopping avvenga in Ticino e non oltre frontiera e questo vale anche per noi. Velocizzare le vie di comunicazione ed intervenire per migliorare ed adeguare la costruzione di nuovi raccordi, intensificare i mezzi pubblici a prezzo ridotto. Organizzare l’aspetto ludico per piccoli e grandi.

TL: Qualora entrasse in Consiglio di Stato come si posizionerà su questi temi: Fiscalità – Frontalierato – Piazza finanziaria – Sicurezza

RDD: Fiscalità: ho sentito la proposta sugli sgravi fiscali e sono d’accordo a condizione che prima si faccia fronte agli interventi prioritari nella scuola, per la cultura, per la salute e non si aumenti il debito pubblico che, negli ultimi due anni, è aumentato del 25%. Penso anche che gli slogan pre elettorali dovrebbero essere seguiti da un intervento di saggia e concreta politica e non rimanere parole al vento.
Frontalierato: prima va risolto il problema della nostra disoccupazione, perché se il problema è sul nostro suolo, significa che è nostro e come tale va affrontato e risolto, considerando che l’offerta deve rispondere ad una precisa domanda. Ovviamente se abbiamo poco meno di 50.000 frontalieri, significa che il lavoro c’è e proprio per questo non dovremmo avere disoccupazione. Le colonne che i frontalieri creano entrando ed uscendo, è un problema risolvibile con mezzi pubblici che dovrebbero raccogliere 25 persone per volta e trasportarle. Le auto parcheggiate oltre la frontiera, non sarebbero più un problema.
La piazza finanziaria: è una delle nostre risorse economiche, che garantisce un importante numero di posti di lavoro è quindi indispensabile preservarla da attacchi interni ed esterni e potenziarla.
Sicurezza: il nostro paese è uno dei paesi più sicuri al mondo. Per cui dobbiamo cercare di mantenerlo e di incrementare la sicurezza con più polizia locale. Coinvolgere i cittadini e sostenere il volontariato, seguendo il modello della Big Society di Cameron, dove la popolazione è la più indicata a trovare le soluzioni dei suoi problemi, poiché li conosce meglio di chiunque altro.

TL: Da locarnese quale è la sua opinione in merito al progetto del “Parco del Piano di Magadino”

RDD: Come tutti i progetti legati alla natura va sostenuto ma non esasperato, senza mai dimenticare che anche l’uomo fa parte della natura.

TL: La regione del Locarnese è fortemente penalizzata dalla mancanza di un collegamento. La Variante 95 osteggiata da I Verdi e da alcune associazioni ambientaliste sarebbe costata sui 300 milioni. Oggi parliamo di una spesa di quasi un miliardo. Vedremo mai il collegamento o continueremo a respirare gas di scarico e a passare ore in colonna?

RDD: Ecco che la sua domanda contiene l’ovvia risposta; la Variante 95 andava fatta allora per due motivi: in primo luogo, perché il danno che si subisce, respirando i gas che entrano direttamente nei polmoni, non è da sottovalutare e continuiamo a respirarlo tutti indistintamente, compresi i Verdi.
Secondo, il costo di “soli 300 milioni” ci avrebbe fatto risparmiare i 700 che ora dobbiamo aggiungere e che se non aggiungeremo, resteremo tagliati fuori dal resto del cantone e dal resto del mondo.

TL: Che cosa intende fare per portare maggiore unità e dialogo nel nostro cantone, sia a livello di partiti politici che a livello di regioni?

RDD: Mi compiaccio con voi per avermi posto questa domanda che sarebbe la base per un discorso costruttivo che porti all’evoluzione e alla verticalità di un paese.
Insieme si è forti, separati si è deboli. Tutte le spaccature, sia in un partito, che in una regione, che nell’economia dimezzano il risultato possibile e testimoniano la fragilità delle parti. Sono fermamente convinta che non si debba guardare all’origine della proposta, bensì alla sua validità. Non il contenitore, bensì il contenuto. Credo che noi si debba evolvere ed imparare ad andare oltre i colori, gli orticelli, i condizionamenti, i giochi di potere. L’evoluzione è legata ai valori, al livellamento verso l’alto, agli ideali e dunque alla scuola che è strettamente legata alla formazione del pensiero costruttivo.

TL: Il progetto IRB a Bellinzona. Osteggiato da alcuni pronti al referendum. Stadio Bellinzona osteggiato da alcuni pronti al referendum. Non le sembra che nel Sopraceneri sia diventato difficile riuscire a portare a casa qualche progetto?

RDD: Questo è il problema. La chiusura al nuovo e la chiusura in generale. Nel Sottoceneri si realizzano, ci si fida di chi sta alla guida e così si cresce, ci si aggrega e si diventa forti. Nel Sopraceneri non ci si aggrega, si bocciano le proposte, ci si isola (vedi Variante 95), ci si indebolisce, ci si impoverisce e ci perdiamo solo noi. Prendo ad esempio il comune di Bellinzona, dove il Municipio non riesce a lavorare, perché ogni proposta viene bocciata. Questo toglie il piacere di lavorare ed inibisce pure la creatività, crea scontento, spaccature, amarezza e chi ci perde veramente è la popolazione.

TL: Aggregazione del Locarnese, pioggia di milioni, ma Ascona si chiama fuori. La sua visione?

RDD: L’aggregazione necessariamente si farà, è solo questione di maturazione delle persone nei tempi. Se non vogliamo restare indietro, dovremo capirne la necessità, poiché insieme si diventa forti e si realizza il bene comune. L’aggregazione è il passo necessario che va fatto per fare crescere la nostra regione, arricchirla e modernizzarla. La popolazione è favorevole, un po’ meno i politici che devono rinunciare, per il bene comune, alle sedie sulle quali sono seduti. Dobbiamo lottare per un’apertura a 180 gradi che agisca in modo manageriale nel comune come nel privato.

TL: Cosa pensa della politica ticinese e dei suoi attori?

RDD: Se si accosta alla politica ticinese la definizione di attori o in altre parole di personaggi, ci si allontana dal concetto di pensatore libero. L’attore, il personaggio non è persona, perché entra in un ruolo che in genere è dettato da altri e non è suo, ed è qui che va fatta la riflessione: pensare con la nostra testa, alla luce delle nostre credenze e con le nostre convinzioni di persone. L’evoluzione impone il cambiamento, la dissociazione da dogmi partitici, a favore delle scelte per competenza, buon senso, volontà di saggezza che tengano conto del bene comune. Sono, in tutti i sensi, per l’aggregazione, non solo dei comuni, ma anche di persone, sono per l’analisi dei problemi secondo la competenza e non secondo l’appartenenza. Sono in assoluto per l’evoluzione, per la previsione delle conseguenze in una visione lungimirante del futuro.

TL: Perché Renza De Dea, imprenditrice di successo, donna in carriera ha deciso di correre per il Consiglio di Stato all’interno di un movimento nuovo e ancora poco conosciuto?

RDD: Ho aderito ad un movimento che mi si addice per le idee che sostiene con forza, in virtù del principio della libertà di pensiero, slegato da dogmi dei partiti, da potere che implica costrizione. All’insegna del buon senso, della competenza, della volontà di fare il meglio per le future generazioni, perché la messa a fuoco dei problemi e soprattutto la loro risoluzione esula da un colore di partito, ma necessita di tecnica imprenditoriale e manageriale: come nel privato, così nel pubblico. Oggi mi sento in grado di propormi, per ciò che ho acquisito in competenza ed esperienza e desidero sottolineare che aderisco a proposte e progetti che ritengo validi, indipendentemente dalla loro provenienza. In questo senso, la possibilità di scelta è ovviamente più ampia e più libera, non avendo l’impostazione di un partito che spesso si pone in opposizione.
E’ vero che La Forza Civica è ancora poco conosciuta, la strada è in salita e le difficoltà non mancano, ma ha la forza della convinzione, l’entusiasmo del nuovo e, permettetemi di concludere dicendo che la fedeltà a noi stessi non ha prezzo.