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Siamo oramai in dirittura d’arrivo e la tensione sale tra le dirigenze dei partiti, tra le schiere dei candidati (non tutti) e dei fedelissimi, tutto sommato una piccola minoranza degli elettori.
Faites vos jeux, Mesdames et Messieurs.

I partiti studiano le ultime mosse, chi all’attacco e chi in difesa, chi a seminar zizzania e chi a mescolare le carte. Saltano persino fuori i pezzi da novanta per smuovere gli elettori saturi di tanti bla-bla e che nemmeno con un grande sforzo di volontà riescono a motivarsi.
Tutti gli addetti ai lavori tentano in extremis di coinvolgere la gente in una frenesia creata ad arte per strappare una promessa, un voto, per ricompattare o per sferrare il colpo.

Missione durissima. Come riconoscersi nei partiti che hanno parlato troppo di problemi e troppo poco di visioni, troppo di passato e troppo poco di futuro, troppi orticelli e troppo poco Cantone?
Noi liberi elettori sappiamo che le ideologie servono a poco e diventano obsolete se fanno da specchietto per allodole e non da cuore della campagna elettorale.

Siamo diventati indifferenti e stufi di essere presi per i fondelli. Vogliamo decidere da soli a chi dare le preferenze. Ci siamo resi conto che in governo servono persone libere da condizionamenti ed estranee a manovre poco trasparenti, che lavorino insieme e prendano in mano il destino del Cantone.
Pur riconoscendo ciò che di buono la Lega ha fatto, non è più tempo di proteste populistiche e di toni grossolani e nemmeno di personaggi come Marco Borradori. Largo caso mai a uno dei rampolli di questo partito (ma ovviamente di raddoppio non se ne parla).

E’ tempo di dare fiducia a candidati freschi ma profilati, non ancora troppo indottrinati o addomesticati, ma che abbiano doti naturali incoraggianti e idee chiare, come ci hanno mostrato Giacomo Garzoli, Christian Vitta, Paolo Beltraminelli o Lorenzo Quadri. Meglio ancora se riusciamo a comporre un Consiglio di Stato senza sconvolgimenti politici e geograficamente ben distribuito.

L’unica soluzione valida è quella di un Consiglio di Stato che sappia veramente comportarsi da Consiglio, privilegiando il dialogo e la spinta in avanti per tutto il Cantone. Ogni altra variante farà molto male.
Per non cadere dalla padella alla brace ci vuole un cambiamento: occorre che ognuno segua il proprio pensiero e voti i candidati che ritiene meritevoli, senza lasciarsi forzare moralmente a spargere voti a innaffiatoio con il sistema antiquato e incontrollato della scheda di partito. OCCORRE CHE OGNUNO SI SENTA ABBASTANZA RESPONSABILE DA ANDARE A VOTARE !

mogam