Martedì 12 maggio il Corriere della Sera ha intervistato “il lider maximo, eccentrico e sanguigno” Giuliano Bignasca. Il quale ha approfittato della prestigiosa platea per dire in modo da non lasciare spazio ad alcun dubbio quali sono i suoi progetti a breve scadenza.

“Dobbiamo fare capire che le cose sono cambiate – dice Bignasca riferendosi al risultato delle elezioni di domenica scorsa – Bloccheremo subito il flusso delle imposte dei frontalieri destinate a Roma e Berna: le chiavi della cassaforte adesso le abbiamo noi. E se non ci si mette al tavolo della discussione seriamente con Tremonti e Bossi, rimandiamo a casa 13 mila lavoratori italiani.

Per far capire agli italiani che ancora non lo conoscono chi sia Giuliano Bignasca, il giornalista del Corriere della Sera spiega che è quello che “un mese fa aveva proposto di tirare su un muro tra Svizzera e Lombardia simile a quello tra Israele e Palestina, per evitare che gli immigrati dal Nord Africa entrassero in Svizzera.”

“Adesso cercherò la quadra con Bossi – prosegue Bignasca – è lui che deve mettere in riga quel “fascetto” di Tremonti (…) Noi ce l’abbiamo con Tremonti per l’ultimo scudo fiscale e perché continua a inserire la Svizzera nella black list dei Paesi che proteggono gli evasori. Ora, capisco la mossa del primo scudo, ma perché insistere? Se non sei capace di far pagare le tasse ai tuoi cittadini, perché ti devi incazzare con noi svizzeri?

“Ma quella degli italiani che mettono i loro quattrini al riparo a Lugano non è una leggenda metropolitana… – replica il giornalista.
“E chi l’ha mai detto? Qui ci sono depositati 160 miliardi di euro di italiani e noi non ci tiriamo indietro. Volete l’accordo di doppia imposizione? Bene, ci impegniamo a restituire all’Italia un 12% l’anno sugli interessi maturati su una parte dei capitali esportati: ne vengono fuori 400-500 milioni l’anno. Però poi basta rompere con gli scudi fiscali e le liste nere!”

Riguardo al suo “astio” verso la questione “lavoratori frontalieri” Bignasca spiega che “Oggi noi giriamo all’Italia il 39% delle imposte trattenute sugli stipendi dei lavoratori italiani. È troppo, alla Germania e all’Austria restituiamo molto meno. Non solo: oggi quei soldi passano da Roma, che se li magna. Allora facciamo così: noi vi mandiamo solo il 30%, però li vogliamo dare direttamente ai Comuni del Nord dove abitano i frontalieri, mica a quelli del raccordo anulare.”

“Le ho già cantate domenica a Giancarlo Giorgetti – conclude – che mi aveva chiamato per congratularsi per il risultato del voto. Gli ho detto che è inutile festeggiare: adesso Bossi deve far valere le nostre ragioni con Tremonti, altrimenti vi mandiamo a quel paese.”