Sono state consegnate oggi alle 14.30 oltre duemila firme contro la modifica del piano regolatore dell’ex campo militare di Bellinzona. Secondo i promotori del referendum, se vincerà il No si eviterà il rischio che l’IRB scappi a Lugano.

«Vogliamo evitare che l’IRB si trasferisca a Lugano – hanno detto i tre promotori del referendum (Luca Buzzi, Matteo Cheda e Michaela Jermini Lafranchi) – e vogliamo salvaguardare il verde urbano».
Le firme consegnate sono 2’217, di cui 1’923 già controllate, quindi il 20% in più del numero necessario per la riuscita del referendum.

Un Sì alla variante del piano regolatore rischierebbe di far scappare l’IRB da Bellinzona, secondo quanto sostengono i referendisti, perché la modifica pianificatoria sarebbe bloccata per anni dalla procedura di ricorso. Verrebbe a crearsi una situazione di stallo simile a quella che tiene fermo il progetto della nuova casa anziani comunale.
Le autorità cantonali e federali infatti impiegano molto tempo a evadere i ricorsi. Queste lungaggini rischiano di far scappare a Lugano l’IRB.

Un No alla variante del piano regolatore, permetterebbe alle autorità di mettere subito a disposizione dell’IRB un terreno già edificabile, per cui non è necessaria una modifica del piano regolatore (e quindi non vi può essere un ricorso sulla pianificazione).
Se dalle urne uscirà un No, il Municipio dovrà decidere rapidamente se mettere a disposizione dell’IRB un terreno già edificabile, preferibilmente sostituendo edifici fatiscenti e brutture urbane.
«Tutte le forze politiche sostengono il prestigioso istituto di ricerca bellinzonese. Non potranno quindi rimangiarsi la parola negando all’IRB il terreno edificabile che merita – hanno detto i referendisti – Se i municipali negheranno il terreno edificabile all’IRB rischiano di non venire rieletti nel 2012».