Migliaia di seguaci hanno partecipato mercoledì alla sepoltura di Sathya Sai Baba, morto a 85 anni il 24 aprile scorso dopo una lunga malattia. La cerimonia funebre, con tutti gli onori di Stato, si è svolta nella città indiana di Puttaparthi.

La cerimonia è stata trasmessa in diretta tv dai canali nazionali indiani che hanno mostrato ministri, alti funzionari sportivi e star del cinema tra gli almeno 15mila partecipanti al rito funebre officiato dal nipote del guru. Chi non è potuto entrare nel centro spirituale fondato da Sai Baba ha potuto seguire la cerimonia dai maxi schermi.
Nei giorni scorsi avevano reso omaggio alla salma anche il primo ministro indiano Manmohan Singh e la leader dell’alleanza di governo Sonia Gandhi.

I seguaci di Sai Baba – lui diceva fossero 10 milioni – lo ritenevano capace di compiere miracoli, di guarire i malati, di materializzare oggetti e di visitare le persone nel sonno.
Si era dichiarato a 14 anni ai poveri abitanti di Puttaparthi come la reincarnazione di un asceta, Sai Baba, morto nel 1918. I critici lo consideravano un imbroglione opportunista, alla guida di una Fondazione costruita su pratiche finanziarie illegali. Per non parlare delle accuse – in realtà mai provate – di molestie sessuali verso uomini e ragazzi.

Secondo il quotidiano Economic Times, la Fondazione vale ben 9 miliardi di dollari, un trust creato da Sai Baba per gestire una rete benefica di ospedali, università e scuole gratuiti per i poveri, ma anche immobili e denaro, gioielli e pietre preziose con cui i seguaci esprimevano – oltre che con bonifici e versamenti – la propria devozione.
Tra questi seguaci vi è anche Isaac Tigrett, fondatore degli Hard Rock Café, che aveva venduto la propria quota nella catena di locali per destinarla alle attività sociali del Sai Baba Trust.