La casa di Amstetten dove Josef Fritzl tenne segregata per 24 anni la figlia Elisabeth verrà demolita. Lo ha deciso in una recente sessione il municipio della cittadina austriaca.

L’uomo è rinchiuso nella prigione di Krems per una condanna all’ergastolo. Negli anni in cui ha tenuto prigioniera Elisabeth, dagli abusi che commetteva su di lei Fritzl ha avuto sette figli, di cui sei sono ancora in vita.
Nel 1984 aveva rapito la figlia 18enne e l’aveva rinchiusa nello scantinato sotto casa. Per giustificarne la scomparsa aveva raccontato alla moglie (che pare fosse all’oscuro di tutto) che la ragazza era andata a vivere in una comunità di sbandati.

Nel 1992, 1994 e 1996 aveva portato a casa tre neonati, dicendo alla consorte che si trattava dei figli di Elisabeth, la quale pregava i genitori di adottarli. Invece erano i piccoli nati dai rapporti incestuosi dell’uomo, due bambine e un maschietto, che Fritzl aveva voluto portare a vivere “al piano di sopra”.
Tre altri figli (l’ultimo nato nel 2002) erano rimasti con la madre nello scantinato, fino al giorno in cui l’uomo era stato smascherato e il loro incubo era terminato.

Il 19 aprile 2008 la più grande delle figlie, Kerstin, nata nel 1989, si era sentita male e Fritzl l’aveva portata in ospedale. Elisabeth era stata autorizzata dopo qualche giorno ad andare a trovarla. Rassicurata dalla presenza dei medici aveva raccontato la sua storia. Il 26 aprile Fritzl era stato arrestato.
Elisabeth oggi ha 43 anni e vive con i suoi figli in una cittadina della campagna austriaca.

Il municipio di Amtstetten ha deciso che sul terreno dove ora si trova ancora “la casa dell’orrore” dovrà al più presto sorgere una nuova costruzione, per mettere definitivamente fine alla processione dei “turisti del macabro” che regolarmente arrivano in città.
Con questa decisione, il sindaco Herbert Katzengruber vuole anche far cessare l’abitudine di diversi giovani di intrufolarsi di notte nelle stanze sotterranee dove vivevano segregati Elisabeth e i suoi figli.