Otto mesi senza pioggia. Da tanto sta durando la siccità che ha colpito lo Stato americano dell’Oklahoma, alle prese con una vera emergenza umanitaria che mette a rischio intere comunità.

E’ il peggior periodo di secca che si ricordi a memoria d’uomo: la zona più colpita è la contea di Boise City, nel nord ovest dello Stato, un territorio che negli anni 1930 si era trovato al centro del terribile “Dust Bowl”, una violentissima tempesta di sabbia che nel Midwest degli Stati Uniti aveva spazzato via numerosi villaggi e annientato intere comunità.
I climatologi escludono che questo fenomeno estremo si possa ripetere, in quanto il Dust Bowl era stato in buona parte causato dalle colture intensive che avevano snaturato l’assetto geologico della zona. Oggi invece l’agricoltura è diversa, maggiore attenzione viene data al rispetto dell’ambiente. Nondimeno, l’allarme rimane alto.

A causa di questo lungo periodo senza acqua, la zona ovest dell’Oklahoma, al confine con il Texas, si sta prosciugando con conseguenze devastanti per la popolazione, che emigra verso regioni più ospitali. Danni anche all’economia dello Stato: gli allevatori sono obbligati a vendere gran parte del bestiame, che si ammala a causa della scarsità di nutrienti e della sporcizia in cui è costretto a pascolare.

Lo scenario presentato dal Dipartimento statunitense dell’Interno non lascia sperare nulla di buono per i prossimi anni, non solo per il Midwest ma per l’intera nazione. Temperature in rialzo, siccità diffusa, fiumi quasi a secco e carenze idriche negli acquedotti che raggiungono milioni di persone.
I grandi fiumi nell’Ovest del paese perderanno sino al 10% della loro portata d’acqua, con un notevole impatto sulla vita delle comunità. Aumenteranno le inondazioni nel corso dell’inverno per lo scioglimento anticipato della neve, la primavera sarà più corta a vantaggio di lunghe estati e la prolungata aridità metterà a dura prova anche flora e fauna.