L’ex-presidente tunisino Ben Ali e sua moglie Leïla Trabelsi sono stati accusati di complotto contro la sicurezza dello Stato. Lo ha annunciato il ministro tunisino della Giustizia. L’ex coppia presidenziale è inoltre accusata di aver provocato disordini, uccisioni e saccheggi nel paese.

Un dossier giudiziario ritiene inoltre Ben Ali e la moglie, nonché uno dei loro nipoti, Kais, responsabili della morte di quattro giovani, uccisi nel corso delle manifestazioni di gennaio nella cittadina di Ouardanine. In questo dossier le famiglie dei giovani accusano le forze dell’ordine di aver ordinato di sparare sui manifestanti che si opponevano alla fuga dalla città di Kais Ben Ali.

In totale sono 18 gli atti di accusa contro Ben Ali, inclusi quelli di omicidio volontario, uso e traffico di droga. Il ministro della Giustizia del governo ad interim, Lazhar Karoui Chebbi, ha inoltre affermato che dalla metà di aprile il governo sta costituendo un dossier per ottenere l’estradizione dell’ex presidente (che diverse fonti ritengono sia già morto), dall’Arabia Saudita dove si trova in esilio con parte della sua famiglia dal 14 gennaio scorso. Il governo intende riportare a Tunisi Ben Ali e la moglie per processarli. In base ai capi d’accusa a suo carico l’ex presidente rischia la pena di morte.