25 stretti collaboratori del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad sono stati arrestati con l’accusa di usare poteri soprannaturali e metafisici e di invocare le occulte forze dell’ignoto per aiutare Ahmadinejad nella sua crisi contro la Guida suprema del Paese, l’Ayatollah Ali Khamenei.

Tra i funzionari finiti in carcere il principale accusato è il capo dello staff presidenziale, il potente Esfandiar Rahim Mashaei, che i paesi arabi amici dell’Iran definiscono “il vero presidente dell’Iran” per il potere che ha sulle decisioni del governo.

Secondo il quotidiano inglese The Guardian, la crisi tra il presidente e Khamenei è talmente profonda da aver spinto la Guida suprema ad ordinare l’avvio di una procedura di impeachment per Ahmadinejad.
A seguito delle tensioni con le autorità religiose Ahmadinejad si era ritirato dalla scena, scomparendo per diverso tempo. Fra i principali motivi di questa crisi vi è la decisione di Khamenei di reintegrare il ministro dei servizi segreti, a cui Ahmadinejad aveva chiesto di rassegnare le dimissioni.
L’arresto dei funzionari accusati di stregoneria (se riconosciuti colpevoli saranno impiccati) complica ulteriormente la situazione.

Le accuse ai collaboratori di Ahmadinejad provengono da personalità religiose vicine a Khamenei, le quali hanno definito Mashaei una fune marcia, alla quale Ahmadinejad si è incomprensibilmente aggrappato, con il rischio di precipitare insieme a lui nell’abisso della dannazione.

nella foto, Mahmoud Ahmadinejad e Esfandiar Rahim Mashaei