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Mi spiace dovermi ancora esprimere sul carbone, ma a ciò mi costringono due interventi apparsi sulla stampa che si riferiscono a due miei scritti sul medesimo argomento (non apparsi su tutta la stampa).

Uno mi scrive che sono confusa, l’altro che sono una (inguaribile?) sognatrice. Devo dar ragione ad ambedue.
La confusione mi viene dal fatto che non capisco come questi signori – appassionati sostenitori del controprogetto – possano sostenere di voler costruire la transizione alle energie pulite con una briciola di 5 milioni all’anno (100 milioni su vent’anni cosa sono?).
In Svizzera, negli altri cantoni, si sono approvati investimenti nelle energie rinnovabili di centinaia di milioni di franchi , senza grande pubblicità e patemi d’animo: Ginevra-Zurigo-Lucerna-Berna-Basilea-Vaud-ecc…si sono già riciclati al futuro. E, dimenticavo, non sono rimasti senza luce!
Ogni settimana vengono annunciati progetti nel fotovoltaico come quello del Palexpo di Ginevra di 15 mio o quello di Biasca di 8 mio o quello della stessa AET di St. Antonino di ca 2 mio.
Pensare che 5 milioni all’anno siano un “boost” allo sviluppo delle rinnovabili non è solo ridicolo ma offensivo per chi ci crede veramente.
In Ticino è stato calcolato che con un aumento ridicolo di 0,3 cts potremmo creare investimenti nel fotovoltaico dell’ordine di15 MW installato all’anno per un investimento annuale di ca 60 milioni che creerebbero posti di lavoro, produzione d’energia pulita e indotto locale. Ma nulla si è fatto e nulla si fa!La confusione mi viene dal fatto che questi signori, deputati cantonali, membri della commissione energia e magari anche del consiglio di amministrazione di AET non hanno mai fatto nulla prima d’oggi per costruire l’alternativa energetica pulita.
Come mai? Eppure l’avrebbero potuto fare, comandavano loro!

La confusione mi viene dal fatto che questi signori, da sempre padroni della nostra politica energetica, hanno votato un investimento di 38 milioni di franchi in una centrale a carbone in Germania senza aver visto e letto il contratto soggiacente.
Oggi sappiamo che i costi di realizzazione della centrale di Lünen sono già raddoppiati: da 700 milioni di euro a 1’400 milioni di euro. AET dovrà raddoppiare la sua partecipazione a 76 milioni? Quale sarà il non rendimento finanziario di questa operazione? E come la mettiamo con il mutuo concesso dalle banche tedesche? Se la società promotrice fallisse, AET dovrebbe metterci di tasca propria 280 milioni. Lo sapevamo questo?

La confusione mi viene dal fatto che proprio ieri a Cadenazzo si è inaugurata la prima centrale a biogas del Cantone Ticino, finanziata e sostenuta (per il 90% dell’investimento) non dalla nostra azienda elettrica cantonale (AET) ma da una società energetica di Berna.
Ecco, questa è la volontà politica dimostrata di chi sostiene il controprogetto.

Io sogno si, e voglio continuare a farlo e spero che i miei sogni si avverino. Per cambiare qualcosa ci vuole un segnale forte e chiaro. Usciamo da Lünen! Riportiamo qui i nostri soldi ed investiamo in Ticino non in una fonte alternativa ma in un mix che comprenda anche il risparmio energetico. Votiamo un si convinto il 5 giugno all’iniziativa per un’AET senza carbone!

Michela Delcò Petralli, deputata in GC per i Verdi