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Nel 2008 i maggiori istituti bancari negli Stati Uniti avevano ricevuto prestiti “segreti” dalla Federal Reserve. Questi aiuti facevano parte di un piano d’emergenza di 80 miliardi di dollari ed erano stati accuratamente tenuti nascosti ai media. Nemmeno gli investitori e i membri del Congresso ne erano a conoscenza.

Lo rende noto l’agenzia Bloomberg, la quale precisa che i prestiti erano destinati a venti grandi banche d’investimento con le quali la banca centrale americana scambia titoli di Stato, le cosidette primary dealers.

La banca Lehman Brothers era fallita nel settembre 2008, dando avvio ad un dissesto finanziario a livello mondiale. Di fronte alle accuse scaturite dalle rivelazioni di Bloomberg la Federal Reserve prende proprio il fallimento della Lehman come giustificazione della manovra. Seppur tenuti segreti, i prestiti avevano permesso di alleviare la tensione sui mercati e di evitare scenari peggiori.
Ovviamente negli Stati Uniti adesso è polemica sull’assoluta mancanza di trasparenza dell’istituzione finanziaria. Barney Frank – che all’epoca era a capo dello House Financial Services Committee ed è co-firmatario dell’attuale legge finanziaria – ha dichiarato che non ne sapeva nulla.

L’ammontare iniziale del piano era di 80 miliardi di dollari, ma i prestiti che erano stati elargiti avevano superato ampiamente questa cifra.
Delle venti banche che avevano beneficiato degli aiuti (il tasso d’interesse dei prestiti era stato fissato allo 0.01%) si conoscono solo i nomi di undici istituti.
Credit Suisse, Goldman Sachs e Royal Bank of Scotland avevano ricevuto ciascuna 30 miliardi. 15 miliardi di dollari erano stati versati a UBS, Deutsche Bank e Barclays. Morgan Stanley e BNP Paribas avevano ricevuto prestiti per 10 miliardi. Citigroup, JP Morgan Chase e Merrill Lynch avevano chiesto ciascuna 5 miliardi di dollari.