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Nell’edizione di ieri de La Regione il presidente dell’UDC Ticino Pierre Rusconi commentava la passione che sembra dilagare nei confronti del suo partito. Sergio Morisoli, Ina Piattini Pelloni, Michele Moor… L’UDC sembra attrarre chi non si riconosce più nel proprio partito.
Rusconi ne è compiaciuto, anche se suggerisce che forse tutta questa attenzione potrebbe anche in parte essere dovuta alla prossima scadenza elettorale, le federali di ottobre.

Al giornalista de La Regione che commenta “Chi solidarizza con voi potrebbe tranquillamente aver già aderito all’UDC o magari, per sgombrare il campo dagli equivoci, potrebbe contattarvi dopo le elezioni federali. Sarebbe peraltro più elegante”, Rusconi risponde che “ Con alcuni, penso a Moor, la tempistica può crearmi problemi interni. Non giudico invece la sua posizione politica che da sempre reputo a noi vicina.”

“Ma forse – prosegue l’intervistatore – c’è di più, non bastano le elezioni federali per giustificare questi movimenti tellurici della destra ticinese (…) la crescita della Lega dei Ticinesi c’entra qualcosa…”
“Forse – risponde Rusconi – È possibile che alcuni esponenti liberali e non si sentano oggi più liberi di agire, liberi da certi dogmi.
Vanno prese anche in considerazione le disillusioni di una certa area e ovviamente mi riferisco alla destra in generale, anche nei confronti dell’agire governativo (…) La destra economica è delusa per le scelte fatte dal Consiglio di Stato e dall’ala radicale del PLR. Così come delle posizioni intransigenti dei socialisti. Un mondo che deve difendere le proprie peculiarità.
Il mio partito ha soprattutto una linea politica coerente e ferma, dopo l’equilibrio trovato fra l’ala populista e quella economica. Oggi convivono senza problemi. Un partito che conta il 30% dei consensi non può evitare dissensi interni. Direi che è normale, ma oggi vi è fermezza e unità sugli intenti politici che si possono condividere o meno.”