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Il Fondo monetario internazionale – che da oggi ha in Christine Lagarde (sinora ministro francese delle Finanze) la sua direttrice generale – ha fatto sapere mercoledì di essere meno ottimista del governo di Washington riguardo all’economia americana.
Il Fondo ha esortato il Congresso americano ad approvare l’innalzamento del tetto del debito pubblico, il cui massimo di 14’294 miliardi di dollari era stato raggiunto a metà maggio. Se questo livello massimo non sarà alzato – ha messo in guardia l’FMI – le conseguenze saranno catastrofiche per la ripresa dell’economia americana e per i mercati finanziari a livello mondiale.
La situazione sarebbe ancora peggiore se venisse attuata la minaccia delle agenzie di rating Standard & Poor’s e Moody’s di degradare la nota del paese in mancanza di un accordo sul tetto del debito e di progressi nella lotta contro il deficit.

L’amministrazione Obama e il Congresso hanno tempo sino al 2 agosto per decidere se alzare o meno il massimo del debito, ma dopo quasi due mesi di negoziati il 24 giugno il capofila dei repubblicani al Congresso aveva annunciato che le discussioni erano state interrotte a causa delle posizioni inconciliabili dei due partiti.
Gli Stati Uniti puntano a 2’400 miliardi di risparmi sulla spesa pubblica in 10 anni per bilanciare l’aumento del debito.
Prima che le trattative al Congresso venissero interrotte, il vicepresidente Joe Biden aveva individuato circa 1’700 miliardi di dollari di riduzioni di spesa, per i quali democratici e repubblicani si erano detti d’accordo.
L’accordo manca sui restanti 700 miliardi. I democratici vogliono raccoglierli attraverso tagli alle spese e nuove entrate fiscali, mentre i repubblicani vogliono solo i tagli, soprattutto ai programmi sociali e alla sanità, due settori che Obama non intende invece toccare.